sabato 12 ottobre 2019

La dittatura era dei media

Si rilegge come il romanzo della dittatura dei mass-media. Senza dubbio, benché risalga a settant’anni fa. Di un potere dittatoriale che si basa sull’opinione pubblica. Un’opinione imposta ma non col manganello, se non come retropensiero di ognuno, interiorizzato. Per un dominio più compiutamente dittatoriale: senza senza piegche, anfratti, buchi, rammendi o rattoppi, senza spazi nemmeno per respirare. Tradibile, forse, solo col pensiero, inespresso.
Si presenta – fu presentato nel 1949 – come un sequel alla “Fattoria degli animali”, il pamphlet antisovietico. Un romanzo di Resistenza a poteri occulti. Ma è la cronaca di una Mano Nera dichiarata e opprimente. Vasta come l’aria che si respira: le parole che si dicono, che si intendono, il senso delle cose, il senso politico e alla fine anche psicologico. Non libero, come oggi i social, ma ugualmente invasivo. Uguale anche l’esito: disseccante.
George Orwell, 1984

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