“La pena deve
rieducare”, dice Spadaro. Si parla di diritti di imputati di delitti plurimi che
non hanno mostrato alcun segno di
ravvedimento.
Il giudice deve avere la libertà di decidere, dice Colombo.
Che invece di fatto espone il giudice a pressioni inevitabili da parte dei mafiosi. Stiamo parlando non di singoli delinquenti ma
di delinquenza organizzata – ma meglio sarebbe dirla organata, tribale, di
sangue.
E quanta violenza nella difesa dei
diritti dei mafiosi. “La mafia è tutt’altro che sconfitta”, osserva pacata Maria
Falcone, “così si vanifica la battaglia di chi è morto per fermare i clan”. Lo
dice su “la “Repubblica”. Lo stesso giornale che apre con l’invettiva di
Manconi: “Non è vero che - sul piano
simbolico, emotivo o della memoria storica – qualcuno ha riammazzato Facone e
Borsellino (come strillava un titolo non saprei dire se più imbecile o più farabutto)”.
Però, che violenza il pacifista Manconi - sul piano di fatto.
Il diritto costituzionale sancito dalla Consulta porterà
anche un allentamento dei “pentimenti”.
E questo è da decidere se sarà un male oppure un bene.
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