Il precetto di Kant, che bisogna
dire la verità anche se può costare la vita a qualcuno, colpevole o innocente
che sia, è ridicolizzata modernamente con garbo da Woody Allen quando scriveva
libri: il padrone di casa di Anna Frank avrebbe dovuto denunciarla per un
imperativo morale e non per razzismo, o per soldi? Tagliapietra mette in
evidenza la contraddizione filosofica di Kant, con se stesso. Che in questo caso
liquida la morale in un astratto diritto, quello codificato dalle leggi, mentre
il fondamento della sua concezione della morale è l’autonomia del giudizio e
non il vincolo esterno: si è morali se si è autonomi e non eteronomi, semplici
esecutori, non liberi. Si è morali se si è introiettato il principio di legislazione
universale – c’è un “principio di legislazione universale”. Morale è l’autonomia
del giudizio.
Con o senza Woody Allen, l’obbligo
per sé di conformarsi alla legge è quello che ha fatto molti “boia volenterosi”
in Germania con Hitler. Specie quando sono stati chiamati a renderne conto in
tribunale: quelli dell’“ho obbedito”.
Immanuel Kant, Bisogna sempre dire la verità?,
Raffaello Cortina, pp. 170 € 13
Nessun commento:
Posta un commento