domenica 13 ottobre 2019

La violenza fa male al Poeta

Il tema è la violenza. Rivoluzonaria, bene. Repressiva, male. Ma la violenza non è male? La vogliono buona Engels e Marx, “Anti-Dühring”, e Lenin, e Curcio. Ma la violenza è sempre repressiva. E  ben controrivoluzionaria, dalla ghigliottina ai gulag, o come si chiamano in Cina – campi di rieducazione?
La tecnica pure non sembra più gran che. È un collage di parole altrui. Titoli, sommari, brani di articoli, di manuali, saggi, romanzi, ritagliati e assemblati. Non una novità: Cortàzar lo aveva già fatto in “Rayuela”. Con l’ausilio grafico, che alla “Violenza” di Balestrini è mancato, la riproduzione dei ritagli in originale. E per un racconto, di fantasia, non per un racconto-saggio politico, della violenza che è endemica, e che ci volete fare
L’effetto che si sarebbe portati a estrarne, legittimamente, della “verità” vagante nell’opinione pubblica, o nei mezzi di comunicazione di massa, non c’è: Balestrini non è un massmediologo. È un agitatore, che la violenza fa buona, anche quella dei media. Come contro-violenza e non solo: è esteticamente buona, come un tempo lo era la guerra, per D’Annunzio. Balestrini si vuole sovversivo, ma ben fuori dalle lettere, sul piano pratico e politico.
Resta il document di un’epoca. Non lusinghiero. Balestrini, di suo poeta quasi lirico, si accredita come di avanguardia. Ma allora è l’avanguardia di una retroguardia. Di un’arretratezza oggi impensabile ma evidentemente corrente negli anni 1960 – quando  Arbasino divenne famoso per perorare la “gita a Chiasso”.
Nanni Balestrini, La nuova violenza illustrata, Bollati Boringhieri, pp. 280 € 18

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