martedì 1 ottobre 2019

Ombre - 481

“Barr in Italia: «aiutateci sul Russiagate»”: sei righe del “Corriere della sera” per dire che il ministro della Giustizia di Trump si è scomodato fino a Roma per indagare sull’origine del Russiagate. Anzi su ruolo che vi avrebbero avuto l’Fbi e\o la Cia, secondo la “Washington Post” e il “New York Times”, che invece ne parlano diffusamente.
Che la presidenza americana, quale che sia, dubiti dei suo servizi segreti, che poi sono “i nostri”, non è una notizia.

L’ipotesi è che la Cia abbia creato il Russiagate, col “documento” di una ex spia inglese, e ora lo scandalo ucraino, con un suggeritore occulto, per coprire il suo mismanagement delle presidenziali 2016. Quando Hillary Clinton era sicura vincitrice, e la Cia preparava le carte per “azzopparla”. Una ipotesi non da poco, la Cia che “controlla” il suo governo.
Il dossier Russiagate sarebbe stato acquistato in fretta e furia per “azzoppare” Trump. Che però vede il bluff: sono quasi tre anni che sfida la Cia.

“La Repubblica” invece dedica alla visita straordinaria, del tutto irrituale, del ministro americano un articolo. Ma per dire che Trump e i suoi “fanno pressioni”. Le hanno fatte anche in Australia, spiega prolissa. Dell’Italia invece nulla.
Il governo italiano non si fa condizionare? Sarebbe opportuno spiegarlo – ottimo giornalismo sarebbe.

Che il ministro di Trump sia stato in Italia “più volte”, come dice la “Washington Post”, neanche questo è tema di giornalismo. Neanche che si possa dubitare delle politiche di Fbi e Cia – tema che pure si presterebbe a molto giornalismo investigativo.
Basta che parli male di Trump, l’informazione si ritiene salva in Italia.

Il film tv “Imma Tatarianni”, con  profusione d’immagini e personaggi, in una Basilicata da sogno, fa il 20 per cento di share, con 4 milioni o poco più di spettatori.  La sera successiva il “Montalbano” d’annata, 2008, rivisto già n volte, 4,6 milioni. Tutto sa di rancido in Italia: il pubblico, le abitudini, i prodotti, la tv.

“Berlusconi: i fascisti e la Lega senza di noi non sanno vincere”. Ed è vero. È anche la ragione per cui passerà agli annali: aver addomesticato i fascisti, veri, nel 1992, e la Lega secessionista - l’operazione per cui è famoso Giolitti, rifatta un secolo dopo, sul versante politico opposto.
È vero pure che fascisti e leghisti senza di lui non contavano, e anzi  perdevano. Bossi, che lo sfidò per conto di Scalfaro, rischiò di scomparire dal Parlamento.

“Anche le migrazioni non sono estranee al riscaldamento globale, che sempre più condizionerà la nostra realtà” - Amitav Ghosh. Cioè?
Non è vero, ma se fosse vero?

Che di meglio per Putin dell’impeachment di Trump, se si farà? In Ucraina, e non solo.
La Cia non cessa di fare danni agli Stati Uniti. Volendo razionalizzare, è la quinta colonna russa. Il vero Russiagate.
Il nuovo presidente ucraino l’ha capito, che già si è messo in sintonia col Cremlino.

“Migliora il gradimento del nuovo governo”, recita in grosso il sondaggista Pagnoncelli sul “Corriere della sera”. Poi snocciola: Dem in calo al 19,5 per cento, M5S giù di oltre tre punti (20,8), governo in calo di 5 punti rispetto alla rilevazione precedente.
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“Fui l’unico assunto al Tg 1 con il via libera di Rumor e della sinistra Dc”, si vanta con Lorenzetto l’ex dg Rai Alfredo Meocci. Il più grande titolo di merito.

“Sono un pontefice assediato, pregate per me”, confida il papa Francesco ai suoi gesuiti, che lo confidano al mondo. Da chi? Dal diavolo? Dai cardinali?
E chi è il diavolo, la cattiva coscienza? Un papa si penserebbe tranquillo, deve trasmettere forza, è una guida e un pastore. Il papa argentino si diverte, ma i suoi fedeli?

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