Per quasi la metà della
cifra, trenta miliardi, è aumentato l’indebitamento pubblico. Per 25 mila
miliardi quello delle imprese - ma a fronte di un calo costante, da più anni,
degli investimenti. Per quasi diecimila miliardi, la metà del pil, quello delle
famiglie.
L’indebitamento è favorito dalla politica dei bassi tassi praticata
dalla Federal Reserve – con tassi reali (al netto dell’inflazione) anche
negativi.
La domanda delle famiglie è la sola fonte dell’incremento costante
del pil, fra il 2 e il 3 per cento annuo. Gli investimenti, industriali e nei
servizi, vanno invece in costante declino.
Le famiglie si indebitano per comprare.
E anche per investire, in una Borsa in crescita costante, a sempre nuovi record
storici. Questo avveniva anche negli anni che portarono al crac bancario, con
ipoteche multiple (se ne registrarono di settimo grado) per finanziare
investimenti in Borsa.
Il boom finanziario era minato nel
2007-2008 dai mutui sub-prime, i mutui spazzatura. Un ammontare doppio di risorse
è oggi impantanato nei presti (virtualmente) agli studenti e in quelli per l’acquisto
(virtualmente) della macchina: 1.640 e 1.320 miliardi rispettivamete.
Un ammontare “imponente”, non calcolabile,
di risorse è investito in titoli (azioni e obbligazioni) spazzatura ad alto rendimento.
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