lunedì 25 novembre 2019

Cronache dell’altro mondo (46) - La superbolla

Nei dieci anni dal crac bancario l’indebitamento Usa Bank of America calcola sia cresciuto di 66 mila miliardi di dollari – più di tre volte il valore del pil nazionale, che si aggirerà quest’anno sui 20 mila miliardi. 
Per quasi la metà della cifra, trenta miliardi, è aumentato l’indebitamento pubblico. Per 25 mila miliardi quello delle imprese - ma a fronte di un calo costante, da più anni, degli investimenti. Per quasi diecimila miliardi, la metà del pil, quello delle famiglie.
L’indebitamento è favorito dalla politica dei bassi tassi praticata dalla Federal Reserve – con tassi reali (al netto dell’inflazione) anche negativi. 
La domanda delle famiglie è la sola fonte dell’incremento costante del pil, fra il 2 e il 3 per cento annuo. Gli investimenti, industriali e nei servizi, vanno invece in costante declino.
Le famiglie si indebitano per comprare. E anche per investire, in una Borsa in crescita costante, a sempre nuovi record storici. Questo avveniva anche negli anni che portarono al crac bancario, con ipoteche multiple (se ne registrarono di settimo grado) per finanziare investimenti in Borsa.
Il boom finanziario era minato nel 2007-2008 dai mutui sub-prime, i mutui spazzatura. Un ammontare doppio di risorse è oggi impantanato nei presti (virtualmente) agli studenti e in quelli per l’acquisto (virtualmente) della macchina: 1.640 e 1.320 miliardi rispettivamete.
Un ammontare “imponente”, non calcolabile, di risorse è investito in titoli (azioni e obbligazioni) spazzatura ad alto rendimento.  

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