mercoledì 27 novembre 2019

Il calcio signori(a)le

La Juventus, il club italiano più titolato e ricco, vive di Cristiano Ronaldo. Lo paga una cifra, sui 40 milioni l’anno, da cinque a quindici volte gli altri compagni di squadra, non lo toglie mai, e fa i salti mortali nella settimana con i cronisti sportivi per giustificarne la supponenza.
Il campione gioca per quello che vuole e come dice lui - per la sua nazionale, il Portogallo, e nient’altro. Gioca solo quando ha la palla per puntare la porta avversaria – non gioca con la squadra, non ha mai fatto un “recupero”, nemmeno a centro campo. Ogni tanto accampa un acciacco, oppure accampa di non averlo. Non si può sostituire anche se non gioca, altrimenti si arrabbia. Non segna – i calciatori che la Juventus aveva messo in vendita per fare luce a lui, Dybala e Higuaìn, hanno segnato due e tre volte le sue reti, e non su suo passaggio. Scontenta e squilibra lo spogliatoio, di tutti quelli che faticano, anche perché con lui giocano in dieci e non in undici. Non è nemmeno simpatico, in due anni non ha imparato una parola d’italiano – che per un portoghese non è impossibile.
C’è una logica economica forse in questo Ronaldo. Gli sponsor pagano di più, gli abbonamenti e i biglietti si vendono più numerosi e più cari, i diritti asiatici sono più generosi? È probabile, ma è vero solo in parte. I premi di Champions, campionato e Coppa Italia, la Juventus ne aveva guadagnati di più senza il Campione. Né si capisce perché si è voluto “riempire gli stadi” con un campione acclamato, ma al tramonto e già inappetente, invece di “costruire”, con ben minore esborso e più profitto, l’immagine di un Dybala, che è pure simpatico e non si lamenta mai anche se lo bastonano, ma fino all’altro mese si voleva disperatamente vendere, anche svendere.
Non c’è logica economica nel calcio. E nemmeno logica.
Le follie continuano sotto la la copertura manageriale. E sotto le laute percentuali che si pagano ai procuratori?

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