Una storiaccia. Digitale poi,
cioè di cartapesta, si sarebbe detto una volta – un’imagine dal vivo non c’è, neppure
del mare di Crimea: si vede come in una crosta napoletana, costava così tanto?
Sceneggiata su un romanzaccio, invece che sulla storia. Ma i caratteri forti
fanno racconto, e fanno
cinema - da qualche tempo meglio se donne: Elisabetta I, Elisabetta II,
Anna. Anche se di vero in queste sei ore ci sono solo i costumi. La stessa
coppia protagonista, che fa tre quarti delle pose, Helen Mirren e Jason Clark,
sembra posticcia. Lei, Caterina, non ha l’allure
dei ritratti, né il fisico della battuta imperiosa, della logica fulminante,
con la quale domina la riottosa corte, nonché degli incapricciamenti di una
notte. Né, naturalmente a settant’anni, degli amplessi di cui dovrebbe darci
illustrazione. Di Potëmkine, pronunciato nella miniserie in vetero-italiano
Potiemkin, un bel cavaliere e un abile diplomatico-politico, oltre che un
amante amato, si fa un simpatico zotico, forse per accentuare il lato fisico
della relazione con l’imperatrice – è vero che il vero Potiëmkine aveva la
pancetta.
Una produzione
anglo-americana, ideata, sceneggiata (da Nigel Williams) e girata a Londra,
regista e attori inglesi. Ma tirata via, non nella tradizione inglese degli sceneggiati.
Philip Martin, Caterina la Grande, Sky-Atlantic
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