Questo è il corso del semestre
estivo del 1941. Una serie di lezioni che si doppieranno poi nel voluminoso “I
concetti fondamentali della filosofia antica”. Antica, cioè greca. E greca
delle “origini”. Concetti che poi rimangono imprecisi, fluidi: il procedimento
è che ogni definizione apre una serie di altre.
Una sorta di ermeneutica volgare, interminabile. In mezzo a una rilettura del mondo e della storia innovative e antitetica rispetto al senso comune, e perciò attraente. “Il più remoto” non è necessariamente “il più obsoleto”: “Il più remoto può anche essere il primo per rango e ricchezza, per la sua originarietà e per il carattere vincolante che assume per la nostra storia”.
Ma, poi, “il nostro elemento primordiale” è “per noi la Grecità”. E cos’è la “grecità”. Quella di Heidegger: tra i cultori della “grecità” “non c’è una sola persona che abbia una minima idea del fatto che nella Grecità vi sia un inizio e di come esso sia”. Eccetto Heidegger: lui solo ne ha scoperto l’inizio e ne possiede la chiave. Che non svela.
Una sorta di ermeneutica volgare, interminabile. In mezzo a una rilettura del mondo e della storia innovative e antitetica rispetto al senso comune, e perciò attraente. “Il più remoto” non è necessariamente “il più obsoleto”: “Il più remoto può anche essere il primo per rango e ricchezza, per la sua originarietà e per il carattere vincolante che assume per la nostra storia”.
Ma, poi, “il nostro elemento primordiale” è “per noi la Grecità”. E cos’è la “grecità”. Quella di Heidegger: tra i cultori della “grecità” “non c’è una sola persona che abbia una minima idea del fatto che nella Grecità vi sia un inizio e di come esso sia”. Eccetto Heidegger: lui solo ne ha scoperto l’inizio e ne possiede la chiave. Che non svela.
Si penserebbe a delle definizioni.
Che però anche qui vengono eluse. Con rinvii a significati al limite dell’esoterico.
In linguaggi apparentemente complessi, ma per ciò stesso che le parole e i concetti
restano indefinite - e in traduzione ancora peggio: indefinibili. Una matricola digiuna di filosofia che riterrebbe del corso? Che la grecita è un rompicapo.
Il curatore dell’edizione
italiana, Franco Camera, deve prendere le distanze in avvertenza, come tutti i curatori,
dalla sua stessa traduzione. In rapporto a un originale che non si sa o non si
lascia definire – e non è colpa del tedesco, quello si impara.
Tutto è problema di lessico,
Heidegger è lessico. Col vizio per di più di parlare tra virgolette: dell’indovinate che, o del qui lo dico qui lo
nego. Parla pregnante, che si vuole e si intende più ricco, più coinvolgente, e
il lettore o studente erige a pensatore, ma alla fine dell’esercizio lascia
perplessi. Troppa avena alla mangiatoia, o una esercitazione in bianco, un
facciamo finta di? Sin dall’inizio: che cos’è concetto, che cos’è fondamento.
Martin Heidegger, Concetti fondamentali, il melangolo,
pp. 159 € 14,50
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