venerdì 1 novembre 2019

Sinfonia del Nuovo Mondo – il Grande Fratello

È la “sinfonia del controllo”: la vita contemporanea non più dominata dalla natura, per quanto tempestosa, beethoveniana, o dalla frenesia, dvořákiana strawinskiana, ma dai controlli, plurimi, costanti, censori. Che si viva in internet, dove gli schermi sono infiniti, oppure no: ogni atto o pensiero, per quanto piccolo, ogni accordo, degli archi, degli ottoni, delle trombe, viene censito, anche interrotto, e zittito dalle percussioni.
Un’idea bizzarra di sinfonia, per l’inevitabile fondo umoristico, cui però Norman sa dare plausibilità sonora. Il maestro Ryan McAdams, anche lui giovane e americano, che ha concertato e diretto “Play”, lo spiega in una concisa a dettagliata introduzione, in un non confuso italiano. Norman, quarantenne scanzonato musicista di Los Angeles, ritenuto il miglior compositore americano della sua generazione, si è girato attorno e non ha trovato altro punto qualificante della sua e nostra condizione umana oggi del controllo.
È partita con Norman, pezzo forte della serata, una serie di concerti Rai dedicati alla “Nuova musica”, che da Torino settimanalmente proporrà i contemporanei. Dopo il brevissimo ma già classico “Tre Unanswered Question” di Charles Ives, che è del 1906 ma sconosciuto in Italia. E il Concerto per pianoforte n. 3 di Philip Glass, con Simone Dinnerstein alla tastiera, e l’entusiasmo del pubblico - gratificato con bis. È per Simone Dinnerstein - un’esperienza infantile italiana, al seguito del padre, il pittore Simon Dinnerstein, che nei tardi 1970 ebbe una “stagione romana” - la pianista più accreditata oggi di Bach, che Glass ha composto nel 2017 il concerto “bachiano” per piano ed archi, un unicum dopo il Settecento.
Andrew Norman, Play, Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, Rai Play Radio

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