Ordinato alfabeticamente, da
“Ambizione” a Zelo”, passando per “Azzeneca” (Seneca), “Cacamaglia” (carcere”),
“Cannaruto” (goloso), “Cannolicchio”. Ma anche per “Atei”: “In questo secolo
Dio fa miracoli in favore degli atei, che dovrebbero almeno, vedendoli,
convertirsi”. Per “Libertà”: “La persuasione di essere liberi costituisce
l’essenza dell’uomo. Si potrebbe anche definire l’uomo un animale che si crede libero, e sarebbe una definizione completa”.
Per “Morte”, a più riprese. Con calembours
e battute fulminanti: “Ci vuole tempo per poter essere brevi”. E riflessioni su
ogni topica: l’educazione, la politica, il fare del non-fare, la vita dei gatti
(“Non c’è nulla al mondo di più folle di quest’opera!”).
Un vero reazionario, convinto
e convincente – realistico cioè. L’apocalisse è il libero commercio. Che
arricchisce il popolo, portandolo “alla forma repubblicana, e infine all’uguaglianza
delle condizioni, che ci sono volute seimila anni per distruggere”. Ma uno
intelligente, trattatista “Della moneta”, primo e insuperato, a vent’anni,
arguto sempre, animatore a lungo, e anche poi in assenza, della Parigi dell’illuminismo.
E non senza, per esempio sullo stesso libero commercio – anche se oggi è anatema
dirne i limiti.
Ferdinando Galiani, Sentenze e motti di spirito, Salerno,
remainders, pp.165 € 4
Nessun commento:
Posta un commento