lunedì 2 dicembre 2019

Ecobusiness – Verde CO2

Stati generali del clima e impegni solenni a Madrid. In un clima da fine del mondo. Con India e Cina che moltiplicano le centrali a carbone, le più produttive e meno costose. Le più inquinanti?
Le centrali a carbone di Cina e India, che le moltiplicano malgrado gli impegni presi a Parigi, potrebbero salvarci dall’effetto serra. Non è un paradosso e non è una bufala: è un fatto. E significa che la polemica antindustriale con cui il business verde o della sostenibilità si promuove è solo un aggiornamento delle guerre fra monopoli industriali, e può fare danni.
Fino al 1975, per almeno 35 anni, malgrado la guerra, la mobilitazione industriale bellica, e e la superproduzione del lungo boom postbellico, anche sgangherata, senza controlli delle emissioni, la temperatura terreste fu in diminuzione. Lieve, ma allarmante. E misteriosa: l’ipotesi più accreditata fu che il particolato di solfato rilasciato dal carbone riflettesse nello spazio l’energia del sole, la rimandasse indietro. Ma incrementava le piogge acide. La decarbonizzazione ha fatto sparire le piogge acide, ma contemporaneamente ha portato al rialzo la temperatura del gloco.
Nel quasi mezzo secolo dal 1975 la temperatura media è aumentata di poco più di mezzo grado, di 0,6° C. Non è poco ma non è allarmante. E gli studi più accreditati ne danno merito all’uso estensivo del carbone nei grandi paesi asiatici, da quando hanno accelerato il decollo economico: India e Cina sarebbero leader dell’antinquinamento con le loro centrali a carbone perché le imponenti emissioni di solfato ritardano il riscaldamento da gas serra.
Uno studio, che porta la firma di otto ricercatori di vari paesi, pubblicato sull’autorevole “Geophysical Reserach Letters”, “Climate Impacts from a Removal of Anthropogenic Aerosol Emissions”, si conclude con questa minaccia: “La rimozione dell’insieme delel emissioni aerosol del mondo potrebbe aggiungere 0,7°C alle temperature globali”.

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