venerdì 13 dicembre 2019

Gli inglesi se ne vanno, e non sappiamo perché

Non abbiamo saputo nulla dell’Inghilterra “profonda”, così usava dire, in tutto questo tempo dopo il referendum anti-Ue, e sono ormai tre anni. Ci hanno raccontato che gli inglesi erano pentiti, e quasi quasi rifacevano il  referendum, per dire no al no. Invece erano tutti per il sì, per uscire dalla Ue. Insipienza? Bugie? Per conto di chi?
Che Londra vada via dalla Ue non è un fatto come un altro, anche se questa Ue tutto riduce a fatto burocratico. Sembra evidente, non è uno degli eventi cui Bruxelles ci ha abituati, scialbi, senza apparenti conseguenze - eccetto che per i pochi è scaltri manovratori. Anche giornalisticamente, è una grossa novità. E niente.
Nessun esame critico: perché gli inglesi se ne vanno. Nessuna autocritica, né a Bruxelles né in nessun governo europeo. Anche se il voto è  chiaro: il rifiuto di questa Europa tedesca, dove decidono la Bundesbank e la cancelleria, per gli interessi tedeschi.
L’Inghilterra se ne va e non sa per dove. Ma ovunque meglio che nella Ue. Si disprezzano gli inglesi come fossero poveri di spirito, mentre sono gli elettori con più lunga e radicata esperienza  del voto.
Sono più avventurosi, e politicamente accorti, gli inglesi che se ne vanno o i Conte che raccontano le barzellette a Angela Merkel, e con la cancelliera si postano su instagram?
Boris Johnson ha fatto campagna in tv e nei social col cartello finale “Merry Christmas”. Mentre in Italia sono pochi sparuti esercenti che ancora osano “Buon Natale” invece che “Buone feste” – sospettati di razzismo. Che il sovranismo sia un buon Natale, un pizzico di cortesia?

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