Apostoli – Erano hakim, guaritori. In quanto discepoli del Cristo, il cui nome greco Ιησους, oltre che quello aramaico, lo presentava al pubblico nella figura del guaritore. Fu la chiave del primo, immediato, successo del Cristo. E poi dei suoi discepoli, che non avevano altro titolo di autorevolezza.
In quanto guaritori avevano libertà di
movimento, capacità di attrazione, e autorevolezza. Anche se di cultura
limitata – ma gli evangelisti conoscono i testi sacri ebraici. La funzione era
del resto bifronte: attiva sul piano spirituale più che su quello fisico,
fisiologico.
Bazarì
- La figura del commerciante-mediatore-prestatore
che fu al centro della rivolta contro lo Scià nel 1978, ed è poi approdato al
khomeinismo, indica il ceto mercantile e degli affari - al dettaglio,
all’ingrosso, e a monte, nella finanza - in Iran. Ramificato e influente, anche
in politica. La borghesia dell’Iran e quindi del khomeinismo, che non è
industriale né intellettuale. In senso astratto, fuori dal caso iraniano, è la
figura dell’intermediario, che sola e e meglio legge e rappresenta il sentito
popolare diffuso, prevalente.
La celebrazione del soggetto, della sua
funzione, è di De Quincey, “Giuda Iscariota”, in nota: “In ogni paese questi
uomini svolgono un’importante funzione politica. Più di tutti gli altri, hanno
estesi collegamenti con lo stratum di
gran lunga più numeroso nella composizione della società”. La funzione
politica, secondo De Quincey, è essenzialmente questa, di tenere
“quotidianamente contatti minuziosi e particolareggiati con questa importante
categoria di uomini, i bottegai”.
Bastiglia
– Era una prigione comoda, si sa, non un
cayenna. Ma soprattutto fu propizia ai letterati, come una sorta di biblioteca,
con molti libri di conforto, e molto tempo a disposizione e comodità per
scrivere, senza le noie casalinghe. Da Nicolas Frères, il glottologo, al
marchese di Sade.
Famiglia
–
Era in origine, nel nome latino da cui deriva, la comunità dei famuli, i servi, gli schiavi. Quando si
legge di un patrizio o potentato romano la cui famiglia è proscritta o condannata a morte, il testo latino si
riferisce agli schiavi. Lo steso quando si legge che un personaggio è amato
dalla sua “famiglia”: non si intendono i genitori, i figli o il coniuge, ma
l’insieme della servitù. Alla stessa maniera va inteso ogni riferimento, negli
“Atti degli Apostoli” o altri testi più o meno contemporanei, ogni accenno alla
“famiglia di Cristo”. Che in questo caso sono i suoi discepoli, comunque da lui
dipendenti.
Guglielmo II – L’ultimo
kaiser, che perdette la prima grande battaglia tedesca contro l’Inghilterra,
era mezzo inglese – o è viceversa: i sovrani inglesi erano mezzo tedeschi. Per
parte di madre era nipote della regina Vittoria. La quale era cresciuta con i principi
tedeschi e più di tutti li amava, a partire dal marito.
Nel
1901 Guglielmo aveva assistito per settimane la sovrana moribonda, un fatto che
aveva commosso gli inglesi. E si segnalò per seguire in lacrime a piedi il
carro funebre.
La
regina Vittoria cominciò tardi a imparare l’inglese, verso i tre-quattro anni. Per
secoli i re inglesi si erano sposati tra tedeschi, e parlavano tedesco, poco e
male l’inglese.
Operazione Barbarossa – L’operazione
con cui Hitler intendeva assoggettare la Russia doveva realizzarsi in otto
settimane. L’Operazione Barbarossa parte il 21 giugno, solstizio
d’estate. I tedeschi affronteranno l’inverno leggeri perché la Russia, cinque
milioni di chilometri quadrati in Europa, sei con l’Ucraina e i Baltici, andava
conquistata per Ferragosto. Ribbentrop era certo di “cancellare la Russia dalla
carta geografica in otto settimane”: essendo l’allora Unione Sovietca profonda
2.400 chilometri da Kaliningrad a Perm, senza la Siberia, si vedeva arrivare
comodo agli Urali a cinquanta chilometri al giorno, su un fronte di 1.900
chilometri, da Leningrado a Groznyi. Una insensatezza che Roba perfino la
figlia di Himmler, Gudrun, dodicenne, sapeva. Che la Russia non si poteva
prendere, e al suo “papino” scriveva un mese dopo l’attacco, il 21 luglio 1941:
“È spaventoso che facciamo guerra alla Russia. Erano comunque nostri alleati.
La Russia è talmente grande; se attacchiamo tutta la Russia, la battaglia sarà
molto difficile”.
Forse è
la Russia che inebria, Napoleone voleva prenderla in tre settimane.
Federico
II, il gran re di Prussia, insisteva che “non basta sconfiggere i russi,
bisogna annientarli”.
Stato giardino - Nel 1817, Leopold Friedrich
Franz, principe di Anhalt-Dessau, nipote del principe e generale imperiale, poi
prussiano, Leopoldo I, quello che “inventò” la fanteria prussiana, mobile e
agile, morirà celebrando la trasformazione del suo principato in Gartenschaft,
Atato giardino. Federico il Grande di Prussia l’aveva snobbato, che chiamava
Franz “le princillon”, Napoleone l’aveva capito e protetto.
Ancora un secolo, e Walter Gropius vi fonderà la scuola Bauhaus.
Lo “stato giardino” di Leoplod
Friedrich Franz riprendeva la memoria del contiguo Anhalt-Köthen, dove Ludwing
di Anhalt, detto Luigi, aveva ideato la “città giardino” – una utopia italiana,
prima della città verde di Le Corbusier. Nel 1617, fondandovi la Società della
Palma per la quale è famoso.
Della Società della Palma fu
membro Johannes Valentinus Andreas, alchimista e cappellano di corte del
Württemberg, al quale si fa risalire il simbolo dei Rosa Croce, la croce di
sant’Andrea con la rosa a ogni angolo, derivato dal “Roman de la rose” e dal
cielo della “Divina Commedia”. Del cappellano sarà progenie collaterale il
marito astinente di Lou Salome, che ne ereditò i tratti.
In una con la Società della
Palma, “Luigi” aveva fondato un’accademia per la purificazione della lingua, la
prima della lingua tedesca. L’accademia denominando Compagnia Fruttifera, di
cui si elesse Nutritore: a questo modo tesaurizzava i tre anni vissuti
entusiasta da studente a Bologna e da cavaliere a Firenze, apprendista del
bello e delle arti, che trasfuse anche nel suo castello e nel giardino ancora
ammirati. Era ritornato membro (“l’Acceso”) della Crusca, patrocinato da
Bastiano de’ Rossi. E si fece anche traduttore in tedesco dei “Trionfi” di
Petrarca.
Leopold Friedrich Franz, anche lui entusiasta dopo il Grand
Tour in Italia, aveva accolto festosamente
Emma Hamilton e il marito ambasciatore d’Inghilterra a Napoli nel loro viaggio
di ritorno a Londra nel 1800: in loro onore fece
ricostruire dal suo architetto von Erdmannsdorf il loro palazzo di Posillipo,
con un finto Vesuvio sul retro, dal quale faceva di notte simulacri di eruzione
con i giochi di artificio. La festa si fa tuttora, a scopo turistico.
Caterina
di Anhalt-Zerbst, una principessa vecchia Germania, intelligente, spiritosa,
era divenuta nel frattempo, per migliorare la razza, zarina a San Pietroburgo.
Dove aveva creato una Biblioteca Russa, ricca dei manoscritti ben pagati di
Diderot e Voltaire: Caterina la Grande.
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