È l’unica persecuzione che si commette
da decenni sui media. La maggior parte dei mussulmani si uccidono tra di loro,
e proprio per questioni di fede, ma ciò non interessa. Anche dei cristiani uccisi
nei paesi mussulmani si sa poco – forse perché non si lamentano, e i vescovi
non li proteggono, ma non sono pochi: vengono uccisi uno per uno, solitamente,
ma anche con bombe e stragi, in Egitto, in Irak. I Rohingya in Birmania, gli Uiguri
in Cina si vogliono invece vittime di genocidio.
La denuncia è normale, ed è anche giusta.
Il curioso è che la persecuzione si lamenta più sui giornali occidentali che
nelle capitali mussulmane. Nella stessa Tirana per dire, dove i mussulmani, che
sono la grande maggioranza, stanno zitti, o nel Kossovo, per non distrarsi dal
contrabbando.
Se ne lamenta il mondo mussulmano da
fuori, con la curiosa eco dei media occidentali. All’unisono?
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