mercoledì 11 dicembre 2019

La persecuzione dei mussulmani

Contro il Nobel a Handke protesta il governo dell’Albania, dopo quello del Kossovo – retto da mafiosi accertati – e quello bosniaco: i mussulmani si sentono perseguitati.
È l’unica persecuzione che si commette da decenni sui media. La maggior parte dei mussulmani si uccidono tra di loro, e proprio per questioni di fede, ma ciò non interessa. Anche dei cristiani uccisi nei paesi mussulmani si sa poco – forse perché non si lamentano, e i vescovi non li proteggono, ma non sono pochi: vengono uccisi uno per uno, solitamente, ma anche con bombe e stragi, in Egitto, in Irak. I Rohingya in Birmania, gli Uiguri in Cina si vogliono invece vittime di genocidio.
La denuncia è normale, ed è anche giusta. Il curioso è che la persecuzione si lamenta più sui giornali occidentali che nelle capitali mussulmane. Nella stessa Tirana per dire, dove i mussulmani, che sono la grande maggioranza, stanno zitti, o nel Kossovo, per non distrarsi dal contrabbando.
Se ne lamenta il mondo mussulmano da fuori, con la curiosa eco dei media occidentali. All’unisono?

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