sabato 21 dicembre 2019

Le guerre della Repubblica solo a guida comunista

L’Italia repubblicana è entrata in guerra due volte, entrambe a opera di leader (ex) comunisti: Massimo D ‘Alema a capo del governo nel 1999, quando l’Italia dichiarò guerra alla Serbia – che non ne aveva bisogno, era già più che bombardata dagli americani anche senza l’Italia. E nel 2011 contro Gheddafi, l’alleato dell’Italia nel Mediterraneo, per volontà del presidente della Repubblica Napolitano.
Sull’“intervento” di Napolitano c’erano dei dubbi. Il presidente della Repubblica è stato lealmente “coperto”, come vuole la prassi costituzionale, da Berlusconi, presidente del consiglio in carica -  benché Berlusconi stesso avesse stabilito con Gheddafi cinque anni prima il trattato di amicizia. Ma lo dice chiaro ora il generale Vincenzo Camporini su startmag.it: senza le basi italiane l’operazione non si poteva fare, stante la riluttanza di Obama: “Forse le cose sarebbero andate in modo diverso se qualcuno avesse spiegato a Napolitano che senza la nostra partecipazione, senza le nostre basi, molto difficilmente l’operazione si sarebbe potuta fare, con gli Usa riluttanti, Uk senza portaerei e la Francia che avrebbe potuto lanciare non più di una dozzina di strikes al giorno, dalle sue basi (con onerosi e ripetuti rifornimenti in volo) e dalla sua portaerei De Gaulle, che non ha mai brillato per efficienza”.
Il generale sa di che parla. Era stato capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, e fino al gennaio 2011 capo di Stato Maggiore Difesa. Al momento della guerra era consulente del ministro degli Esteri Frattini.

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