Nel 1953 l’ormai trentenne Morath
entra alla Magnum, l’agenzia parigina di Robert Capa, nella quale aveva lavorato
come archivista, con una serie di foto sui “preti operai”. Sarà la sua cifra,
anche nei ritratti. Creando nella semplicità – nell’istantanea, in realtà scelta, ma non lavorata, niente photoshop – immagini scultoree e semplici, che si propongono parte dell’occhio comune.
Lavorerà nel 1960 per l’Onu
con Yul Brinner, che era allora fotografo. È stata fortografa di scena di molti
film famosi, alla cui promozione ha dato contributi semrpe apprezzati. Sarà
anche moglie, nove anni dopo l’entrata alla Magnum, di Arthur Miller, reduce dal
divorzio da Marilyn Monroe, e madre dei suoi figli. Restando semplice, cioè genuina.
I video che accompagnano la
mostra, con numerose riprese dal vivo e molte testimonianze, anche di Arthur
Miller, sottolineano questo miracolo non miracoloso.
Inge Morath. La vita, la fotografia, Museo di Roma in Trastevere
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