martedì 31 dicembre 2019

Pinocchio in grigio

Un rifacimento gradevole, benché senza sorprese. Come già ne “Il racconto dei racconti”, Garrone indulge alla maniera fantastica – alla Pasolini della trilogia, realistico-fantastica. Qui meno colorato, sui toni del grigio. Pinocchio è sempre lo stesso, il bambino svogliato che marina la scuola e ne combina di tutti i colori. E insensibile, col povero Geppetto e altri benefattori, essendo di legno. Ma intelligente.
O è questa la maniera di Garrone. Essendo anche quella dei suoi primi film, “L’imbalsamatore”, anche “Primo amore”.  “Gomorra” sarà stato un’eccezione - o lo stesso “Gomorra” si può leggere come di un realismo popolato di orrori, maschere, eccessi, in fondo, è opera di un romano che “legge” Napoli. Un regista del fantastico – della durezza della fantasia.
Il rifacimento si propone anche per l’utilizzo della tecnica digitale, che consente di umanizzare i burattini e gli animali, il grillo, la lumaca, il gatto e la volpe, il tonno. Che non si possono rappresentare se non antropomorfi, ma qui con visi veri truccati da maschere.
Matteo Garrone, Pinocchio

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