Gattuso “solitario y final”, arguiva
questo sito giovedì 9 maggio. Ma, poi, a Milano, Gattuso è solo un terrone.
Bene quando correva, con la bava alla bocca - “Ringhio”. Ora vuole dirigere?
Ne “Il filo infinito” Paolo Rumiz trova
a San Gallo “un manoscritto scoperto di recente, che narra in latino il viaggio
a Napoli di due monaci nell’ottobre del 1700”.Un resoconto di meraviglie. La
fertilità della terra è tale da rendere pigri anche i contadini. Al punto che
“si dovrebbe temere che Napoli, a causa dell’inattività e dell’abbondanza di
cibo, diventi simile a Sodoma e Gomorra”. Sciagura contro cui Dio ha messo due
bastioni di sorveglianza: il terremoto e il Vesuvio.
La Sodoma e Gomorra temuta a Napoli dai
monaci di San Gallo non è quella di Proust, ma piuttosto qella biblica, una
sorta di Sibari. Questa non si è realizzata, quella di Proust invece sì, almeno
fino a Pasolini e ai femminielli.
L’antimafia germanista
Cazzullo celebra Leoluca Orlando sul “Corriere della
sera” come paladino antimafia e germanista.
Il sindaco mena il torrone, come sa fare, su ogni
argomento. “Palermo non è una città europea, è una città mediorientale. Palermo
è Istanbul, è Beirut, è Tel Aviv, è Gerusalemme” - senza sapere quello che si
dice. O: “Se ci fosse stata l’Europa delle banche, Mussolini non avrebbe
vinto”.
Purtroppo, fra le tante perle può pure vantare: “La mafia
c’è ancora, ma non governa più. Quando vado all’Ucciardone mi acclamano; e metà
dei detenuti li ho denunciati io”. E anche: “La mia seconda lingua è il tedesco”.
Cazzullo assicura che
Orlando “è popolarissimo in Germania, dove ha vinto premi sia come scrittore
sia come attore”. Senza ricordare che in una delle sue tante elezioni a sindaco,
in due sezioni prese il 100 per cento dei voti espressi, contraddicendo il calcolo
delle probabilità. E che fu lui a mettere Falcone nel mirino di Riina, con una
campagna velenosa in televisione, alla Rai. Né che in Germania fu premiato, a
Monaco, quando da presidente della Regione mise fuori gioco i sali potassici
siciliani, di Agrigento, a favore di quelli marocchini, di cui era monopolista
la tedesca Salz u.Kali.
A metà
anni 1970 si fece festa a Monaco per un
film sulla Sicilia. Un documentario sui sali potassici. Al Vier Jahreszeiten,
tra un Flying e un altro, cocktail
della casa reputato. Il governo bavarese e la città di Monaco, destra cioè e
sinistra unite, premiavano l’antimafia. Nelle specie di Orlando. Che aveva
studiato con Gadamer a Heidelberg, dice. Lo premiava una fondazione.
Nell’ottica di lotta, che estendeva agli “interessi parassitari”, il premiato
promise di chiudere la società isolana dei sali potassici, di cui la Regione
poteva disporre, essendone proprietaria. I potassici siculi, spiegava, sono
meno competitivi dei marocchini e messicani. Di cui aveva e ha l’esclusiva
un’azienda di Kassel. Che finanziava il film e la fondazione.
Essere e
non-essere
Si
è a volte anche quello che non si è. Specie per quanto riguarda le “radici”.
Freud, “Totem e tabù”, se lo diceva nell’introduzione alla traduzione in
ebraico, a proposito del suo essere-non essere ebreo: “Nessun lettore di questo
libro troverà facile mettersi nella posizione emotiva di un autore che ignora
la lingua delle Sacre Scritture, che è completamente estraniato dalla religione
dei suoi padri, come da tutte le altre religioni, e che non riesce a
condividere gli ideali nazionalisti, ma che non ha mai ripudiato il suo popolo,
che sente di essere nella sua essenza un ebreo e che non desidera cambiare
questa sua natura. Se gli si ponesse la domanda: «Ma se hai abbandonato tutte queste
caratteristiche comuni dei tuoi compatrioti, cosa resta in te di ebraico?» egli
risponderebbe: «Moltissimo, probabilmente l’essenziale»”.
L’ammasso (di
topi)
Michael
Dibdin, “Nido di topi”, spiega il titolo – un “ammasso” in realtà – alla p. 95:
“Un ammasso di topi si forma quando in uno spazio ristretto e sotto un
pressione eccessiva vivono troppi topi. Le code si intrecciano e più i topi tentano
di liberarsi più si stringe il nodo che li tiene uniti, finché alla fine non
diventano che un’unica massa di tessuto intricato e si frma un’unica creatura,
formata anche da ua trentina di topi tenuti assieme da una coda”. L’“ammasso di
topi” non è registrato nei vocabolari né in zoologia, ma è figurazione
espressiva – il romanziere britannico lo trova a Peruga città che non amava, ma
questo non osta.
Significativo anche il seguito: “Non ci si aspetterebbe che
una simile vivente contraddizione sopravviva. E questa è la cosa più
sorprendente. Che la maggioranza degli ammassi di topi che si trovano, sotto l’intonaco
di vecchie case o sotto le assi del pavimento di un granaio, sono in buona salute
e floride”. Dibdin lo dice degli inghippi di un rapimento di persona, tra
famiglie, intermediari, avvoltoi, polizie. L’ammasso sopravvive, i topi di
adattano, anche se “non è divertente essere incatenati l’uno all’altro per
tutta la vita”. E non vengono “scoperti” se non perché squittiscono.
È
un similitudine su misura per mafie e corrotti. Cupole, “anonime”, complotti,
cospirazioni si segnalano per lo squittio, che sempre c’è. Ma il vero ammasso è
sopra il pavimento e fuori dal muro: è quello che sente, gli sembra di sentire,
vuole sentire, lo squittio di un altro ghiommero, un altro “ammasso”.
La
cosca dei Ponti milanese
Marco Ponti è il tecnico milanese dei 5 Stelle,
ingegnere emerito del Politenico di Milano, che su incarico del partito ha
calcolato la non fattibilità dell’alta velocità ferroviaria Torino-Lione. Si
pensava a una perizia di parte, su basi politiche, ma rileggendola non si sa se ridere:
sembra inverosimile. Il dott. prof. ing. calcola che lo Stato, facendo il
traforo ferroviario, ci rimette non si sa quanti miliardi per il mancato
traffico dei tir: alcuni miliardi per il diminuito consumo di gasolio, e quindi
minori accise per il fisco, e altri per i mancati pedaggi autostradali.
Sembra
inverosimile perché il Toninelli ministro che si è accordato per questa “perizia”
è in teoria dei 5 Selle. E i 5 Stelle hanno in teoria al primo punto del programma
la difesa dell’ambiente. Ma alla politica è inutile fare le bucce - la responsabilità
alla fine è dgli elettori. La perizia del professore emerito e dei suoi tre
collaboratori di studio è un falso. Che per di più paghiamo noi. Commissionato
da un Toninelli, ministro, sghignazzante.
Peggio: la
disonestà non viene rimproverata, né a Toninelli né al governo, e nemmeno al professore:
Milano marcia compatta. Specie se si tratta di fregare il prossimo: Milano ha sempre
ragione, e può anche prenderci in giro. Il professore ha escogitato questo
volgarissimo imbroglio per intascare i soldi della consulenza senza faticare.
Raddoppiando la parcella con la Commissione europea, alla quale ha rifilato per
la stessa opera i calcoli opposti (le cifre sono le stesse), di quanto si sarebbe
migliorato con la ferrovia l’ambiente, riducendo anche il costo dei trasporti.
Sicilia
“La Sicilia è «fimmina!», così la vuole la pubblicità di un
ristorante siciliano a Roma. Per propagandare il suo chef, una donna. Ma non è detto male.
La mostra di Antonello da Messina
ha suscitato entusiasmo in America. Scrive sulla “New York Review of Boooks” Ingrid
D. Rowland, di “Un pittore non umano”: “Nessuno ha mai dato altrettanta
penetrante attenzione a come la luce opera”. La mostra si tiene a Milano. Messina ha dedicato a Antonello una mostra,
ma nel 1953. Organizzata dal buonissimo architetto Scarpa, veneziano.
Zamparini dopo Zonin e altri veneti, leghisti come bisogna
essere e non tanto avventurosi, compra e vende con grande e sicuro beneficio in
Sicilia. Dalle vigne agli immobili e alle squadre di calcio. Come anche in
Calabria, e probabilmente altrove al Sud, veneti non di tanto profilo, ma
ugualmente attivi - hanno fatto bei soldi a Rocca Imperiale e nell’Alto Jonio.
Nei fatti il leghismo è un modo di disprezzare per comprare
meglio. Ma i siciliani che - dopo i calabresi - votano Lega?
Sant’Agata è la patrona, veneratissima, di Catania. La sua festa
e la processione gli eventi più importanti. Quest’anno però finite sotto
inchiesta, scrive Salvo Palazzolo su “la Repubblica”, perché si sono fatte
scommesse sul percorso: “Hanno scommesso sull’orario di rientro di sant’Agata
in cattedrale”, a fine processione, “e sui tempi della tardizioale acchianata di Sangiuliano”.
L’acchianata,
salita, dove la pesante vara della
santa deve essere trainata e sospinta, è “la terzultima tappa della processione
agatina”, informa Cataniatoday, “vissuta ogni anno con grande partecipazione da
parte dei devoti. Dall’andamento dell’acchianata
dipende il tempo della processione”. E quindi si fanno scommesse? In Sicilia
niente è inimmaginabile. Anche un
Procuratore Capo, Zuccaro, e un vescovo che non hanno altro a cui
pensare.
In posa seminudo con un pinocchio in
mano e il libello nell’altra, Cateno De Luca ha vinto al ballottaggio, contro
un candidato di Forza Italia, ed è sindaco di Messina.. Cosa promette De Luca?
Un po’ di Dc.
Avendo
bisogno di un cattivo senza scrupoli a Parigi, per il suo giallo-parodia del
giallo all’inglese, “Il sorcio”, Simenon lo fa “siciliano d’origine”. Passato
per New York, “naturalizzato americano”. Il top del top.
Stendhal, che non è mai stato in Sicilia,
ne ha idea precisa. Presentando “La duchessa di Castro”, “traduzione” di un
processo celebre di metà Cinquecento, lo data da Palermo, e della Sicilia fa
“un paese singolare”: “Somiglia, si dice, all’Africa”. La cosa parte da
lontano.
Di questo, però, Stendhal precisa di non
sapere, se la Sicilia è l’Africa. Mentre “quello che per me è certo”, dice
dell’isola, “ è che non somiglia all’Italia, se non per le passioni divoranti”.
Senza limiti: “È ben dei siciliani che si può dire che la parola impossibile
non esiste per essi quando siano infiammati dall’amore o dall’odio, e l’odio,
in quel bel paese, non proviene mai da un interesse di denaro”.
Ignora il mare. Da cui pure è
circondata. Da cui è stata sempre conquistata. Non c’è figura di marinaro nella
storia e nella letteratura, se non sbiadite – quelle dei “Malavoglia” sono il
rifiuto del mare. Non c’è un siciliano che sia partito all’avventura e alla conquista
– ce ne sono, m alla Cagliostro, alla Cosa nostra.
leuzzi@antiit.eu