Giuseppe Leuzzi
Al Sud il sommerso è un terzo del pil,
112 miliardi. Era il 34 per cento del pil dieci anni fa, nel 2009, ora è pur
sempre il 30 per cento. Ma stimato per difetto.
“Soni tutti scemi? Non credo”. La lega
di Salvini è il primo partito al Sud, un partito che fino a ieri si chiamava della
Lega Nord. E così qualche interrogativo se lo pone anche il leader della Lega,
seppure escludendo il peggio.
Questo sito diceva la Lega di Salvini la
nuova Dc, e forse la ragione è questa. Che non è buona – la Dc essendo intesa
al Sud come il partito dei favori.
Nel suo addio in versi alla vita, “L’ora
del blu”, Scalfari ha un’immagine anche del Sud, dove ha vissuto a fine guerra:
“Il sole ti cade addosso\ e non proietta ombra”. Ma il Sud non si direbbe il
mondo dell’ombra, ricercata, protetta, protettiva?
Materno
non matrilineare
Diffusione enorme dei culti di Demetra e
Kore nella Magna Grecia propriamente detta, dal Salento alla Calabria jonica e
alla Sicilia orientale. I Musei di Reggio e Siracusa custodiscono miriadi di
Demetre a Kore (Persefone) – con qualche, rara, Artemide (Diana), in segno di
dileggio-paura. Ex voto, ricordini, soprammobili. Nessuna raffigurazione,
letteralmente nessuna, di Apollo o Ermes o Marte, qualcuna, rara, di Dioniso,
allora di Dioniso Taurobolos, con le corna di toro, simbolo della fertilità. Il
Sud è - è stato – materno.
Materno non matrilineare. I due aspetti
vanno disgiunti, la fertilità (e la cura) dal diritto (dalla forza). Avviene lo
stesso nell’Africa a Sud del Sahara. È un aspetto che Bachofen non ha valutato.
Derrida
viene dal Sud
“Contrariamente a ciò che alcuni di voi
potrebbero pensare, non vengo dal Nord. Non vengo da Parigi, ma dal sud della
Sicilia. Vengo da Algeri dove sono nato e che non avevo ancora lasciato (lo feci solo sei anni dopo) quando sentii parlare
di Siracusa per la prima volta in vita mia”: è l’approccio di Derrida a
Siracusa, che il 18 gennaio 2001 gli conferiva la cittadinanza onoraria, in
ricordo di Platone – del tentativo che Platone avrebbe fatto di instaurarvi la
sua Repubblica.
“La molteplicità dei retaggi mediterranei
(quello fenicio, bizantino, italiano, greco, arabo, spagnolo, normanno, pagano,
ebreo, cristiano, musulmano) è questa produzione cosmopolita della memoria che
respiravo già in Algeria e che sono così felice di riconoscere qui, come a casa
mia, grazia e voi. Le affinità della natura e del paesaggio servono pure questa
grazia di parentele simboliche. Come se tra la Sicilia e l’Algeria ci fosse,
come tra la Sicilia e l’Italia, solo uno stretto”.
Derrida non menziona tra gli antenati i
romani, che pure sono quelli che hanno “creato” il Mediterraneo – buono e
cattivo. Per una svista?
L’Italia
si invade dal Nord
Si legge nel catalogo della mostra “Dodonaios”,
appena chiusa al Museo Archeologico di Reggio Calabria, di Alessandro il
Molosso e Pirro, i due re epiroti partiti alla conquisa dell’Italia (e falliti
nell’impresa, morto il primo, sconfitto il secondo), come di quelli che “hanno
percorso le terre dell’Italia meridionale e consolidato le relazioni tra le due
regioni vicine del Mediterraneo”. Fu proprio cosi?
Il Molosso e Pirro hanno fallito,
l’invasione dell’Italia è sempre venuta dal Nord. I re epiroti come il
cartaginese Annibale, e poi i vari emiri e sultani arabi e turchi, sempre via
Sicilia, o Salento, o Calabria, hanno tutti fallito. Ma la storia si può
riscrivere, è aperta a tutte le soluzioni.
Mafia
onnipotente
Un
vecchio numero dei “Meridiani” che celebra quindici anni fa le
“meraviglie” della Sicilia – “Inafferrabile, anzi onirica” i titoli, “Bellezze
e dolcezze”, “Storie di uomini e di dei”, si apra con questa vignetta di
Giannelli: “Dicono che il Ponte sullo Stretto sconfiggerà la mafia, prendiamoci
gli appalti”.
“D’Agata consegnò Santapaola alla
polizia e lo salvò dai corleonesi”. L’ultima verità è che il capo della mafia a
Catania, Nitto Santapaola, quello che avrebbe organizzato l’eccidio del
generale Dalla Chiesa a Palermo per fare un favore ai confratelli corleonesi, fu
consegnato alla Polizia da un affiliato premuroso per la sua buona salite. La
rivelazione la fa uno dei tanti pentititi, che ogni tanto ne fanno una, dovendo
rinnovare la protezione. Ma la csa sembra fare piacere alla Polizia e ai
giudici, che ne danno informazione ai giornali attraverso giornalisti fidati.
Riscontrando il plauso peraltro degli altri cronisti giudiziari, quelli che non
hanno accesso alle indiscrezioni. E magari è anche vero.
Che pensarne? Che solo la mafia ci salva
dalla mafia?
Il
miracolo di Siracusa
Derrida fa di Siracusa il luogo della
pace (discorso di accettazione della
cittadinanza onoraria, da parte della “città di Platone”, il 18 gennaio 2001).
Ricordando quando per la prima volta ne sentì il nome, da ragazzo a Algeri:
“Era un momento storico, un evento già o ancora storico, perché è nei pressi di
Siracusa che la pace si annunciò nel settembre del 1943, quando proprio qui
venne firmato il primo armistizio che preparava la fine della seconda guerra
mondiale. Non posso più, da quella data, separare il nome di Siracusa da ciò
che somiglierà sempre a una promessa di pace. Siracusa è finalmente la pace! Siracusa,
la terra promessa della pace!”
È vero che l’armistizio di Cassibile
segnò l’inizio della fine della guerra. Ma ci voleva un filosofo lontano, anche
per il modo di pensare, per ricordarlo. La storia se ne dimentica e rimuove,
quella italiana e anche quella locale.
A lungo famosa giusto per la Madonna in
lacrime, alla quale ha dedicato un tempio altissimo, Siracusa è oggi il sito
forse più visitato di tutta la Magna Grecia, forse più anche di Pompei. Sicuramente
il meglio intrattenuto. Il più gradevole. ll meglio servito. Non capita di
incontrare in Italia una città pulita, senza cassonetti o altri ingombri, senza
plastiche per terra né cartacce, sulle strade e sui marciapiedi, nemmeno cicche,
al di fuori dell’Alto Adige e del Friuli – del Veneto un tempo. Succede a
Siracusa, città pur ingombra di turisti, di vagabondi, in ogni stagione.
Platone a Siracusa è la compromissione
della filosofia con la politica. Il caso preclaro è quello di Gentile,
siciliano, con Mussolini. Ma di solito ci si riferisce a Heidegger, alla
sbornia hitleriana, ancorché passeggera. Gadamer racconta, in un articolo per
“Le Nouvel Observateur” del 22-28 gennaio 1988, a commento del
libro-rivelazione di V. Farias, “Heidegger e il nazismo”, che “uno dei suoi amici
di Friburgo, incontrando Heidegger sul tram dopo la sua dimissione dal
rettorato, gli chiese: «Di ritorno da Siracusa?»”.
È bastato poco a Siracusa per farsi modello
di accoglienza, come di vuole dire oggi. Era una città addormentata trent’anni
fa, perfino abbandonata nel suo nucleo centrale, l’isola di Ortigia. Rifiorita
per restauri accurati, anche da parte di piccoli e piccolissimi proprietari. Convertiti
alla bellezza-che-paga da Sandro Musco, il professore di Medievistica a Palermo
che aveva il pallino della politica. Sandro, mezzo parente di Fanfani e
altrettanto fattivo, fu un grande realizzatore quale consulente, non ufficiale,
della giunta regionale Nicolosi negli anni 1980. Facendo tesoro della nuova
legge per il Sud che eliminava la Cassa per il mezzogiorno e passava i fondi attraverso
la programmazione regionale. Il piano acque fu la sua invenzione principale. Ma
anche il rilancio del turismo – si girava allora per la Sicilia in solitudine -
con un fondo culturale, dai monumenti all’alimentazione. Molto puntando,
probabilmente per legami personali, sul rilancio di Siracusa, “la bella
addormentata”. Democristiano mezzo socialista, insegnò che la bellezza paga, e
oggi è una miniera. Siracusa si segnala anche per l’atmosfera distesa, nella
circolazione, nei servizi.
La città è sommersa da settimane da uno
scandalo grave: una istituzione, “Sicilia Musei”, che aveva allestito una
mostra curiosa ma di grande richiamo, “Ciclopica”, con cento sculture “da Rodin
a Giacometti”, sul “concetto di fare scultura”, è inquisita ai Carabinieri e
dalla Procura perché due Giacometti potrebbero essere falsi. La mostra è stata
chiusa d’autorità, Sicilia Musei deve risponderne in giudizio. L’accusa non
dice che i Giacometti – forniti dalla Fondazione Giacometti – siano falsi, ma
che potrebbero essere falsi. La notizia di reato è arrivata ai Carabinieri anonima,
ma si sa – si dice - che iene da associazione concorrente sfortunata di Sicilia
Musei per una mostra di scultura. La giustizia al Sud è molto curiosa – solo al
Sud?
Una città ordinata, pulita,
regolamentata, Siracusa, ha un festival del teatro antico (greco) di grande
attrazione. Lungo ben tre mesi, da maggio a luglio ogni anno. Nel teatro greco
di città. Alcune serate lasciando a prezzo ridotto con tutta la cavea
disponibile come loggione, senza prenotazione. Capita di dover assistere alla
rappresentazione di “Elena”, il dramma-commedia di Euripide, in una di queste
serate. Che cominciano presto, bisognare fare la coda ai cancelli molto prima
che si aprano, per prendere un posto decente. Non in coda, magari dietro delle transenne:
ammassati davanti al cancello. Che all’ora prestabilita è ancora chiuso, si
aprirà due o tre minuti dopo. All’ora si sono aperti altri due cancelli, a
monte e a valle, da dove amici, parenti, conoscenti e raccomandati passano
velocemente. Al Sud ci si può aspettare di tutto, l’ospitalità beninteso, la largesse, la disinvoltura, ma l’ordine
mai: quello è fuori dalla mentalità
leuzzi@antiit.eu