Perfino il sito Nexi riesce a complicare
senza necessità. Variabile, volubile.
Che propone insistente una chat a cui non risponde – se non per il classico
inutile “domande e risposte” precompilato.
L’efficienza di Nexi è quella delle
banche. La banca italiana deve spendere una buona mezzora di un funzionario per
uno strumento, la carta di credito, che altre rinnovano in automatico. Stampando carte che non saprà dove immagazzinare. Perché la tavola elettronica non le ricarica, nove su dieci.
Un mondo di servizi difficili. Di personale
anche incompetente, benché continuamente decimato? O solo demotivato.
Nexi e le banche non sono un’eccezione,
il mondo dei servizi è inefficiente oltre ogni aspettativa. Le utilities sono in prima linea, col
governo, per farsi pagare in automatico, online, su carta o Iban. Ma i siti dove farlo sono impraticabili, specie quelli degli operatori telefonici, Tim, Wind. E al 155 o
al 187 si perdono ore, più spesso senza esito – a un certo punto scartano.
Si provi a passare con Tim da una
tariffa Tutto Voce a una Voce Special (dimezza il carissimo abbonamento, raddoppiato senza preavviso due anni fa, semplicemente
passando dalla bolletta bimestrale a una mensile – dopo aver tentato quella di
ventotto giorni, tredici bollette in un anno invece di dodici….). Ci vuole un anno - cioè bisogna pagare 180
euro di sovrabolletta.
Questo dopo aver esperito molteplici
tentativi via 187 per avviare la pratica.
Si dice che la colpa dei disservizi sia
dei “consulenti” rumeni o albanesi. Ma due cambi di tariffa che si sono resi
necessari con Tim sono stati esperiti infine, dopo tre o quattro tentativi andati
a vuoto, uno da una consulente rumena e uno da una albanese.
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