Sottostante al dibattito tra i grandi
ayatollah è probabilmente anche la nozione – sempre presente a Teheran – che si
possono sfidare gli Stati Uniti a parole, come Grande Satana eccetera, ma è
necessario evitare il confronto diretto. Come Teheran ha sempre fatto, prima
dell’assedio inscenato da Suleimani e Muhandis all’ambasciata di Baghdad. Il
cui effetto, al di là della morte dei due generali, sarà il mancato ritiro
delle forze statunitensi ed europee dall’Iraq – che a quel punto sarebbe stato
preda delle meglio organizzate forze sciite, anche se i sunniti sono la
maggioranza.
domenica 5 gennaio 2020
Ayatollah perplessi
La reazione iranana allo schiaffo
americano ancora non c’è stata, ed è di ardua maturazione: perché la morte
secca di Suleimani e Muhandis ha di nuovo scosso gli equilibri fra gli
ayatollah. La penetrazione tutti azimut di cui Suleimani è sato l’artefice, in
Libano, Iraq, Siria, Yemen, mentre il paese stringe la cinghia e non ha più
valuta per armarsi, è in contestazione.
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