Quello
di Fontenelle è “il sofisma dell’effimero”, obietta Diderot nel “Dialogo di
D’Alembert”: “quello di una creatura passeggera che crede nell’immutabilità”.
Che “crede”, però, non è effimero né sofistico, è un’altra cosa.
È
la vecchia traduzione di un secolo e mezzo fa, ma rende bene l’idea. Una fra le
tante teorie sui mondi abitati nel cosmo,forse anche nel sistema solare, di
ipotesi filosofiche e speculazioni scientifiche, che si accavallan a partire almeno
da Anassimandro, VI secolo a.C. Con Platone curiosamente a favore dei mondi paralleli,
Aristotele contro. Questa di Fontenelle si distingue per un tratto poetico,
nell’ipotesi scientifica, Fontenelle è seguace naturalmente di Copernico, ma
non in contrasto, come si vorrebbe, con la tradizione cristiana, che nella sua
stragrande e più qualificata (Alberto Magno, lo stesso Tommaso d’Aquino, Cusano,
Occam) tradizione vede con favore l’onnipotenza divina estesa alla molteplicità
dei mondi – Bruno fu bruciato, ma non per questo.
Fontenelle,
figlio della sorella di Corneille (Pierre Corneille) ,educato dai gsuiti, avvocato
e scrittore, non era un ideologo – ma molto illuminismo si rifarà a lui. La
giurisprudenza si limitò a stiudiarla, come lavoro preferì la letteratura, che
a Parigi poté esercitare già da ventenne nel quotatissimo “Mercure galant”, il
periodico letterario che l’altro zio Corneille, Thomas, maggiore di Pierre di
vent’anni, anche lui commediografo, ma sfortunato, dirigeva. Anche Bernard fu
commediografo, non fortunato, e anzi sfortunato, ma laico e scettico. Prima di
Bayle, con una commedia di nessun successo, “La Comète”, fustigò la
ciarlataneria scientifica, degli astrologi,dei Rosacroce, della credulità
popolare. Poi famoso per le opere galanti.
Le
“Conversazioni”, pubblicate nel 1686, furono uno dei primi libri a spiegare in
volgare (francese) un problema scientifico, e il più importante. Giordano Bruno
sullo stesso tema l’aveva preceduto in volgare, “De l’infinito, universo e mondi”,
che però non si poté diffondere per la condanna dell’autore. Un filosofo galante
accompagna una marchesa a passeggio di notte sotto le stelle, e spiegando il
sistena eliocentrico prospetta la possibilità che non sia il solo.
Le “Conversazioni”,
pubblicate nel 1686, a 29 anni,valsero a Fontenelle cinque anni dopo l’elezione
all’Académie Fraçaise. Morirà di cento anni, nel 1757, nel pieno dei Lumi che
con le “Conversazioni” aveva anticipato, quanto a curiosità scientifiche dei
letterati.
Bernard
le Bovier de Fontenelle, Conversazioni
sulla pluralità dei mondi, pp. 130, free online
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