mercoledì 8 gennaio 2020

Europa sola e ignara

“Ci ritiriamo, quando decideremo di farlo, prima o poi ci ritireremo, ma prima paghino la base che abbiamo costruito”. Ancora una volta Trump è stato chiaro: il Medio Oriente non interessa agli Stati Uniti, ci stiamo perché ce lo chiedono, se non ci vogliono semplicemente ce ne andiamo, ma non a un costo. Lo stesso che, con diplomazia, diceva Obama ormai da una dozzina d’anni.
Gli Stati Uniti sono tornati all’autonomia energetica, e il Medio Oriente torna per loro un punto nella carta delle strategie – in un quadro terrestre sempre meno influente in un teatro strategico cyberspaziale. Nei riguardi dell’Europa, il cui interesse per gli Stati Uniti era decaduto dopo il crollo dell’Urss, mantengono un legame culturale, e quindi politico generale, ma il Medio Oriente è appendice per lo più molesta – se non per i petrodollari sauditi e degli Emirati investiti in bond Usa.
Il Medio Oriente resta invece un fronte aperto per l’Europa, geografico e minerario: è un suo vasto confinante, turbolento, ed è necessario all’Europa per l’approvvigionamento energetico. Ma l’Europa non sa come è fatto, e non se ne occupa. Ci hanno badato finora il Pentagono e i servizi di sicurezza americani. Ma dieci anni di preavviso obamiano del disimpegno sono passati e l’Europa fa finta di niente, Berlino e Parigi come Roma – e forse peggio, dacché Parigi approfitta della confusione italiana per assoggettarsi la Libia.
Nemmeno la brutalità di Trump scuote l’Europa. Commentatori e politici argomentano su una guerra Iran-Usa, che non ci sarà, non ci può essere – gli ayatollah non sono scemi. Ma anche la “guerra” vedono cosa remota.

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