L’operato
di Draghi viene così sintetizzato, già nel 2014, in G. Leuzzi, “Gentile Germania”:
“È la prima cosa che Draghi ha fatto
subito dopo il suo insediamento l’1 novembre 2011: un intervento spettacolare
a salvaguardia delle banche. Un gigantesco prestito a tre anni a bassissimo costo
che ha salvato tutti, ma soprattutto le banche tedesche, olandesi, belghe e
austriache. Salutato come una “Grande Bertha” dai consulenti di Angela Merkel,
per una volta non critici - Stabile
Architektur für Europa, rapporto 2012/2013 del Consiglio degli esperti
economici, pubblicato a novembre 2012. Una cannonata: era “Bertha” il supercannone Krupp nella
Grande Guerra.
“Poi,
dieci mesi dopo, Draghi intervenne con altrettanta determinazione a salvare
l’Italia e la Spagna, e con esse l’euro. Creando, e annunciandolo irrevocabile,
lo strumento nuovo delle Omt, Outright Monetary Transactions, operazioni
monetarie di acquisto senza limiti di titoli di Stato di paesi membri in caso
di attacco contro gli stessi, quindi contro l’euro. Senza formalità, sul
mercato secondario come un qualsiasi operatore, con la stessa prontezza”.
In politica monetaria bisogna saper
decidere, e decidere all’istante. Come in politica del resto, seppure con meno
tempo e più incisivita, di taglio. Per farlo, bisogna sapere anzitutto di che
si tratta. Draghi resta per questo eccezionale: uno – l’ultimo? – che sa di che
si tratta nel pullulare di dilettanti ambiziosi che affollano il “nuovo” e purtroppo
hanno infettato il Millennio. A questo punto irreparabilmente – in Italia per
ancora tre anni, una lunga legislatura alla deriva.
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