domenica 19 gennaio 2020

La guerra è tra sunniti, contro la Fratellanza Mussulmana


La guerra civile in Libia è ormai una guerra di Egitto, Emirati e Arabia Saudita contro il Qatar e la Turchia, due regimi vicini alla Fratellanza Mussulmana. Un passo più in là dell’embargo imposto due anni e mezzo fa da Egitto, Emirati, Arabia Saudita e Bahrein al Qatar, accusandolo di “terrorismo”.
Una faida tra opposti islamismi. Non però per motivi religiosi: tutti i paesi coinvolti nell’embargo e in Libia, negli opposti schieramenti, fanno capo al mainstream dell’islam, quello sunnita – eccetto Bahrein, a maggioranza sciita. Egitto, Emirati e Arabia Saudita sono in guerra perché temono politicamente il sunnismo della Fratellanza Mussulmana.
La Fratellanza è una formazione politica in qualche modo democratica, e quindi la più prossima alla sovversione. I regimi patrimoniali e monocratici la temono più del terrorismo, proprio perché vicina sul piano dottrinale e rituale ai propri credenti, alla massa dei credenti in Egitto, Emirati e Arabia Saudita.
Una sorta di guerra civile interna al sunnismo. Il rais dell’Egitto, il generale Al Sisi, ha rovesciato il regime, eletto, della Fratellanza Mussulmana. La politica saudita opera quasi esclusivamente per evitarne la formazione, con l’affrettata, anche se limitata, modernizzazione.

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