La fede negli ayatollah resta intatta, malgrado proclamino la taquiyya, la dissimulazione. C’è
bisogno di fede?
Rampini, sa che cosa è in gioco tra Iran e Iraq, e ne capisce (lo
spiega nei collegamenti tv), così come sa della re-direction della politica
estera americana (idem), si arrampica sugli specchi ogni giorno sul suo
giornale, “la Repubblica”, per consentire titoli sull’America avventurista e
isolazionista, sul pazzo Trump eccetera. Per leggerlo bisogna
pagare, ma vale la pena – per esempio oggi:
Perché “la Repubblica” – ma anche il “Corriere dela sera” e “Il
Messaggero” (giusto “La Stampa” sa e dice
quello che succede) – dà ragione a Suleimani, che era un capo terrorista, e
agli ayatollah, che sa essere un regime clericale e vessatorio. Anzi, malgrado
le finte elezioni, una dittatura. Dura: solo nel mese di dicembre ha fatto più di un centinaio di morti nelle
sue città. In odio a Trump? Non basta. Perché a favore dell’islam più folle,
risentito come tale dagli stessi mussulmani?
Si fanno le bucce in Italia anche nel caso dell’Iran a Trump e
agli Stati Uniti in ogni piega, come una minaccia alla pace, in nome dell’Europa, mentre l’“Europa” ha la guerra alle porte dell’Italia, in Libia, e
ingovernabile, e non se ne cura. Anzi, ha una guerra promossa da un generale
ottantenne creato dalla Francia del liberale Macron, che vuole la Libia solo per
consegnare il paese alla Francia. Sottraendolo al legame privilegiato ormai
secolare, nel male e nel bene, con l’Italia. Ma di che stiamo parlando?
Il
Tg 1 è perfino imbarazzante, con i suoi corrispondenti intenti a denunciare Trump e l’America, e a santificare gli
ayatollah. Sono tristi, con una smorfia alla bocca, e gli occhi come iniettati
di qualcosa – la cattiva coscienza, l’odio?
Si fa vedere Persepoli, per i distratti come già distrutta dagli statunitensi...
Si fa vedere Persepoli, per i distratti come già distrutta dagli statunitensi...
Gli
ayatollah, politicanti col pelo sullo stomaco alto quanto l’Himalaya, che si
fanno venire la lacrima in piazza al funerale del generale Suleimani, fanno
ridere. Ma non i nostri tg. Inteneriti.
Lo
sciismo prega piangendo, con le lamentazioni. Ma le lacrime erano da vedere.
Anche
le folle oceaniche schierate, in una Teheran che diffida degli ayatollah in
ogni angolo, fanno fremere i nostri tg. Basta poco – Mussolini li avrebbe
stregati (e lui non “spostava” le masse, nelle varia piazze da ripresa).
Gli
ayatollah che piangono hanno fatto almeno cento morti nel solo mese di dicembre,
l’altro ieri, nelle oltre cento città insorte contro il raddoppio del gas e
della benzina. Bloccando i cellulari e internet. Gente semplice, sentimentale quella delle manifestazioni, buoni credenti delusi.
Confrontata dal generale Suleimani, col fuoco dei “volontari” delle sue formazioni
speciali.
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