mercoledì 1 gennaio 2020

Letture - 407

letterautore
Bravo – In spagnolo - e nella Milano spagnola? – è “coraggioso”.

Brexit – “La nazione inglese, la meno educata dell’universo, è conseguentemente la più grande, la più imbarazzante e, fra non poco, la più disgraziata di tutte” – l’abate Galiani l’aveva previsto scrivendone a madame d’Ėpinay da Napoli il 4 agosto 1770. La “meno educata” intendendo come la meno costretta, addomesticata – per Galiani l’istruzione è imporre l’ingiustizia (la museruola, il passo, o il gesto costretti, i “programmi”, etc,), e di conseguenza la noia: “Non è l’utilità della cosa che interessa, ma che si abitui a fare la volontà altrui”.

Dante – Dante e l’islam è il tema più gettonato: almeno una dozzina di libri e saggi si chiamano “Dante e l’islam”, da Asìn Palacios in poi: Maria Corti naturalmente, Ziolkowski, Raffaele Donnarumma, Maria Soresina, Cesare Capone, Valerio Cappozzo,  Massimo Campanini, Valeria Pucciarelli, Giuseppe Baudo, Giordano Berti, la mostra a Milano nel 2011, Stefano Rapisarda, Brenda Deen Schildgen… ”.

Italiano – Wikipedia in italiano ha 1.572 mila voci. Meno dell’inglese, quasi sei milioni (5.982.000), del tedesco, che però ha le parole composte (3.375 mila), e del francese (2.164 mila). Quasi alla pari col russo (1.584 mila) e con lo spagnolo (1.564 mila), che pure hanno dieci e più volte il numero di parlanti dell’italiano. Molto indietro vengono Giappone (1.181 mila voci) e Cina (1.086 mila), insieme col portoghese (1.017 mila) – pur essendo questa la lingua anche del Brasile, dell’Angola, del Mozambico e della Guinea Bissau. C’è più domanda – e frequentazione - d’italiano? O la presenza è cospicua in virtù dell’acculturazione (la redazione di wikipedia è volontaria)? Questo è probabile – dopo l’italiano la lingua che ha più voci è il polacco (1.373 mila).

Lettura – “Si legge un libro per impulsi pratici…. E si rilegge per ragioni artistiche. L’emozione estetica non è quasi mai di prima lettura”, A .Gramsci, “Quaderni dal carcere”, Quaderno 21, Problemi della cultura nazionale italiana 1° Letteratura popolare, § Sul romanzo poliziesco.

Montalbano – Alessandro Zaccuri di “Avvenire” lo annette alla chiesa: il “Montalbano di Andrea Camilleri” dice - introducendo “Sherlock Holmes e Padre Brown” di Gramsci - “altro detective a suo modo «cattolico»”. Al modo cioè come Gramsci dice “cattolico” il padre Brown di Chesterston – uno che attraverso la confessione sa cosa e come pensa il popolo. “Fino a un certo punto lo sviluppo del giallo italiano è parso conseguente  con le premesse fissate da Gramsci”, spiega Zaccuri, “è stato la rappresentazione di una società”, non l’enigmistica del giallo all’inglese, né la violenza del noir americano: “Questa tendenza non si è esaurita, ed è anzi ben riconoscibile nella funzione di eroe civile ormai unanimemente assegnata al Montalbano di Andrea Camilleri”.

Occidente – Il can-can francese è la polka veloce del concerto di Capodanno a Vienna. E la polka è musica zigana.
È una deriva – fino a un certo punto – dall’Oriente.

Omero – Un “libro sacro” lo dice l’abate Galiani scrivendo a Melchiorre Cesarotti, che aveva appena tradotto l’“Iliade”, nel 1787, e gliene aveva fatto dono. Altrimenti “non si capisce perché abbia fatto pro et contra tanto romore in tanti secoli” – “Io nelle mie pazzie oraziane parlo assai d’Omero. Fo vedere presso tutti i Gentili joua le rôle della Bibbia e dell’Alcorano. Deriderlo era filosofia incredula; attaccarlo irreligione, ateismo”. L’“Iliade” l’abate non se la spiegava, filosoficamente, cristianamente.

Religione - “Se a me chiedessero le ragioni profonde dell’inquietudine occidentale, risponderei senza esitare: la decadenza della fede e la mortificazione dell’avventura”, Filippo Burzio scrive sulla “Stampa” il 22 ottobre 1930 recensendo Dumas, “I tre moschettieri”. Gramsci, che lo riprende nei “Quaderni dal carcere”, sottolinea con un perplesso “(!)” la “decadenza della fede”. Poi dice la religione “la più grande avventura, la più grande «utopia» che l’umanità ha creato collettivamente”.

Rifiuti  - Gide bocciò Proust. Vittorini “Il Gattopardo”. Sciascia (a lungo) Camilleri. E se avessero avuto ragione? Come consulenti editoriali no, errori gravissimi: hanno bocciato miniere. Ma come cultori della materia?

Russia – È italianofila, senza eccezioni: “Tra le tante cose singolari che li caratterizza, una cosa singolarissima, dei russi, è il pregiudizio positivo che hanno dell’Italia”, Paolo Nori su “il  “Venerdì di Repubblica”, a proposito di Muratov, “Immagini dell’Italia”, il diorama delle impressioni che il futuro italianista aveva ricavato da suo viaggio in Italia, in tre volumi, nel 1911, nel 1912, e nel 1923, in piena rivoluzione – ma alla vigilia dell’autoesilio, dapprima a Roma (dove collaborò con Ettore Lo Gatto) e poi a Parigi - che ora si ripubblica. Tutto in Italia è “meraviglioso”, all’ingrosso e nei particolari, il paesaggio, l’arte, la lingua e i caffè. Anche per i russi che non ci sono mai stati - Puškin è solo uno dei molti, che canta le “adriatiche onde” e “il Brenta”... E forse per un secondo motivo, secondo Nori: “Lo scrittore russo meno russo di tutti, Ivan Turgenev, una volta ha scritto che quello che gli piaceva, dei russi, era la pessima opinione che avevano di se stessi; ecco io credo”, ne deduce Nori, “che questa sia una cosa che noi condividiamo con loro”.

Shakespeare – Non può essere nato cattolico (v.”Letture” 406), se è nato – come è certo, questo almeno – nel 1564: la chiesa era anglicizzata da qualche decennio. Ma è vero che inscena molti cardinali e preti.

Vaccini - L’introduzione dei vaccini – contro il vaiolo – fu contestata nella Parigi degli Illuministi, accettata a Napoli. “Di tutti i ragionamenti che si fanno a Parigi contro l’inoculazione”, l’abate Galiani scrive  il 28 marzo 1772 a madame d’Ėpinay, con la quale intrattiene una corrispondenza settimanale, “qui non se ne fa nessuno”. Qui a Napoli. Colpa del fatalismo, dice l’abate: “Nessun Napoletano provvederebbe a far chiamare il signor Gatti, ma poiché c’è, ci si fa inoculare”. E aggiunge, ripetitivo:  “Il fatalismo è il solo sistema conveniente ai selvaggi, e se si comprendesse i linguaggi degli animali , si vedrebbe che è il solo sistema di tutte le bestie”, etc..
Giovanni Angelo Gatti, un medico docente all’università di Pisa, medico consultore del re di Francia Luigi XV e medico particolare del re di Napoli Ferdinando I, fede adottare la vaccinazione in Toscana, con una tecnica sua di inoculazione contro il vaiolo.

letterautore@antiit.eu

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