giovedì 23 gennaio 2020

L’islam, come potrebbe essere

Un manualetto didascalico del maggiore esperto in Italia di islam. Autore vent’anni fa di un “Istituzioni del mondo musulmano” che ancora fa fede, docente a Ca’ Foscari, l’istituto orientale di Venezia. E in precedenza di una rappresentazione “Tra veli e turbanti” della vita privata nei tanti mondi dell’islam. Il volumetto è come Giunti lo presenta:; l’islam Vercellin analizza come referente storico e sociale di diverse realtà etniche, culturali, politiche, statuali, lungo una storia diversificata di ormai millecinquecento anni.  
Un regalo, il racconto e le illustrazioni. Se non che il mondo musulmano, soprattutto l’arco Medio Oriente-Nord Africa, dall’Afghanistan al Marocco, è in evoluzione permanente, ora modernizzante, ora retrattile - “tradizionalista “ (fondamentalista). Nel diritto ma anche nella fede – nella lettura del “Corano”. Ora pluralista, ut to a point, politicamente, ora monocratico. Per l’improvvisa ricchezza di cui ha beneficiato dal 1973, dal primo “shock petrolifero”, che triplicò i prezzi del petrolio e del gas naturale.
Inoltre, si assume (si accetta la lezione fondamentalista) che le istituzioni siano determinate dal Corano, e invece no. Se non nel senso che, il testo sacro dovendo essere interpretato, ogni sua lettura è possibile, in un senso e nel suo contrario. La politica, la giustizia, la condizione femminile e il rapporto uomo\donna, perfino l’urbanistica, sono, nei diversi contesti territoriali o nazionali, variamente intese e organizzate. Fino alle guerre civili, che sono una costante della storia islamica. Generalizzare fa comodo – il “mondo islamico” – ma non alla verità della cosa.
Altro punto contestabile – non nuovo – è “la mancanza di qualisiasi mediazione fra il credente e Dio… Nell’islam non è necessario alcun ministro consacrato del culto cui sia delegate in esclusiva la celebrazione di funzioni religiose”. Che non è vero di fato, in nessuna situazione reale: il “sacerdote” ha nell’islam più potere, intellettuale e politico, che nel cristianesimo o nell’ebraismo. Nella scuola, lettore autorizzato e esegeta del “Corano”, nella moschea (preghiera del venerdì e zakat, la complessa struttura di gestione dell’elemosina), nei problemi legali comunitari, nell’etica delle persone e della comunità, dai lavacri e l’abbigliamento ai rapporti sessuali. L’imam o mullah o sheikh non amministra sacramenti, ma ha un ruolo molto più invasivo del parroco o pastore. determinante. E gli ulema, gli interpteti della volontà divina? Non c’è la struttura, ma c’è la sostanza.
Basta la lettura del versetto del “Corano” che sembra autorizzare la poligamia. Poche parole e, spiega Vercellin, confuse, se non nel senso che dopo una brutta sconfitta con molti morti, Maometto autorizzava a sposare le vedove, anche più di una, per salvaguardare la prole (gli “orfani”), e per moltiplicarla. Il matrimonio è trattato minuziosamente, in tutti gli aspetti, legali e sessuali, la poligamia solo in queste poche parole d’occasione. Ma che monumento ci è stato costruito sopra, normativo, etico, di genere. Se questa non è strutturazione – una chiesa.
Giorgio Vercellin, Islam. Fede, Legge e Società, Giunti, remainders, pp. 127 ill. € 1,95


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