E perché poi il presepe, che si fa indifferentemente a Pasqua come a Natale? Ma per incoraggiare i turisti - che non verranno (e questo è il Sud, che sempre aspetta “i turisti”). Il macellaio, o droghiere, del paese, che ha la voce tonante, contro i kebabbari, o africani o negri che si voglia. Il prete pure, ma anche a favore. I “marocchini” dell’altra metà dell’isola litigiosi, tra di loro e con tutti, cristiani e mussulmani. La figlia del sindaco, ora buddista, fa un figlio col giovane marocchino indeciso a tutto, e il bimbo apparirà asiatico, col ciuffetto in testa. Una serie di gag che lasciano il segno.
Il
tutto filtrato da due amici di un’altra generazione, Bisio e Gassman, che si
sono divisi trent’anni i fa, e ancora ne discutono, su chi ha rubato la ragazza
all’altro. Una ragazza (Finocchiaro), che si è fatta suora ma gestisce la
pizzeria di famiglia in attesa dei turisti – senza contratti: Iciap, Irap, Inps, tfr,
tredicesima, vacanze. In uno scenario da favola – le isole Tremiti.
Luca
Miniero, Non c’è più religione
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