Alle facce compunte delle inviate e
corrispondenti sui tg fanno eco su “la Repubblica” e il “Corriere della sera” esperti,
generalmente inglesi e americani, qualcuno dichiaratamente ex spia, che sanno
poco d’Iran e di Islam, ma hanno Trump sulle palle, o mostrano di avercelo
perché così bisogna, e quindi danno addosso. Anche loro all’America. Questi però
con più furbizia.
Uno spaccato deprimente dell’informazione,
in occasione della risposta americana alle tante provocazioni degli ayatollah.
Tutti insieme riemergono il papato sudamericano, il fascismo eterno, e un filoislamismo
che è solo antisemitismo latente.
L’orientalismo è morto, per sue turbe
palesi, e niente ne ha preso il posto – ci resta solo il “levantinismo”, la
furbizia, un po’, da palazzo Chigi in giù. Si presentano gli ayatollah come una
forza democratica e antimperialista, mentre è un regime fascistoide. Anzi
fascista, di manifestazioni sempre “oceaniche” – come dicono le giornaliste tv:
l’alternanza a Teheran fra un governo moderato e uno estremista è decisa a
tavolino, dal consiglio degli ayatollah, non è il risultato del voto, che è ipercontrollato.
Un regime che ha riportato indietro di un millennio una popolazione colta e
compassionevole, e un paese moderno e anche avanzato. Che governa con le e
secuzioni sommarie – nel solo mese di dicembre ha fatto un centinaio di morti -
e con le mance, le sovvenzioni.
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