sabato 4 gennaio 2020

Ombre - 494

Si sono letti per anni commenti critici o sgomenti sul ritiro americano dal Medio Oriente, e ora che il capo del terrorismo iraniano muore sotto l’attacco ordinato da Trump, si finge timore e tremore. Ignoranza non è - sanno tutti chi era Suleimani. È il cupio dissolvi. Che però è sempre servile, anche se non sa a chi – all’islam (e a quale islam)? all’antiamericanismo vaticano? al reducismo Pci?  

Il generale Suleimani, organizzatore delle milizie speciali iraniane, ha fatto decine di migliaia di morti in Iraq, alle moschee e le madrasse sunnite di preferenza. Migliaia di morti americani, in Irak e in Siria – oltre ai tanti siriani oppositori di Assad. Centinaia di morti in Iran nel mese di dicembre, su cui ha imposto la censura più stretta. Ma di questo non si legge oggi su “la Repubblica”, poco sul “Corriere della sera”. Il generale è un eroe e un padre della patria.

Per caso “La Lettura”, il settimanale del “Corriere della sera”, ha oggi due pagine sul regime perverso degli ayatollah in Iran. Ma il quotidiano nelle sue tante pagine dedicate all’evento non ne tiene conto.

L’informazione in Italia, nei grandi giornali e alla Rai, è sempre compromissoria. Fatta di antiamericanismo vaticano e picista, e terzomondismo sciocco - ignorante. Si finisce così per essere laudatori del khomeinismo. Che se vuol dire qualcosa, è “morte all’Occidente” – un regime che governa con le forche.

Conte fa in modo da uscire sui giornali ogni giorno, gratuitamente. Brinda con gli operai dell’ex Ilva alla vigilia, visita la prima neonata del 2020, eccetera. Come già Veltroni. Una tecnica promozionale che però era dello scià di Persia, di Saddam Hussein, di Gheddafi, ed è di Erdogan: ogni giorno è il loro giorno. Ma  giornali pubblicano compiacenti, i giornali in Italia, nel 2020.

Coppi vs. Bongiorno, dunque, nel processo per le morti delle due ragazze a Corso Francia a Roma. Gli avvocati che hanno fatto assolvere Andreotti dalle complicità in Sicilia con Salvo Lima e i Di Salvo. E ora? La colpa sarà del semaforo?

Mino Raiola, il procuratore re dei calciatori, fa del pupillo Ibrahimovic, che gli riesce ancora di vendere a caro prezzo tirandolo fuori dalla pensione, un olandese. Ripetutamente. Mentre è svedese, a tutti gli effetti – in Olanda ha giocato due o tre anni, molto meno di quanto ha giocato in Italia o altrove. Il grande business del calcio è approssimato.

L’ira di Casaleggio contro i 5 Stelle (che non pagano): “Parlano di lobby e conflitto d’interessi ma mi risulta che 12 di loro abbiano quote in aziende”. A  beneficio delle quali, insinua, “hanno presentato in qualità di parlamentari leggi o emendamenti”. Un bel partito: è l’eterna (piccola) Dc.

Casaleggio non dice naturalmente chi e come, e anche questo è vecchio stile: qui lo dico qui lo nego. Che non è mafia, naturalmente.

Conte si fa intervistare da “la Repubblica” per dire che non immagina per sé “un futuro senza politica”.  Avremo l’Italia degli avvocati? Anche Grillo viene spesso a Roma per contatti con avvocati, lo studio Sammarco (Raggi), lo studio Tonucci (As Roma).

Si rivede “Il traditore” su Rai 1 con una curiosa sensazione. In uno dei tanti processi in cui il “traditore” Buscetta si porta testimone, contro Andreotti, l’avvocato Coppi ne demolisce la testimonianza. La curiosa sensazione è che l’avvocato faccia la parte della mafia, addirittura dei violentissimi Corleonesi.  La mafia non si può giudicare, solo perseguire? Ma allora anche Andreotti non si può – non si poteva - giudicare, solo perseguire.

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