Questo a Nancy non può dirsi. Ma molti nel suo partito, i Democratici, pensano e dicono che si è avventurata nell’impasse dell’impeachment per questa illusione - lo(la) Speaker è secondo in linea di successione, ma insieme con Trump cadrebbe anche il suo vice, Mike Pence. Specie dopo il tentativo, caduto nel patetico, di rubare con l’impeachment la scena a Trump nel dopo Suleimani - il giorno dopo....
Il romanzo - un atto di accusa violento, ripetuto per cinquecento pagine, da parte di Clinton, anche lui perseguitato dallo Speaker - ricorda quello che dell’impeachment sosteneva il presidente Ford: “Reato da impeachment è qualsiasi cosa lo Speaker dice che lo è”. Che in Italia risuona come il famoso Boskov, allenatore della Sampdoria, o della Roma, “rigore è quando arbitro fischia”, ma non altrettanto spiritoso: è la politica degli intrighi, mascherata da giustizia, la famigerata giustizia politica.
Finora Pelosi ha un’accusa sostenuta solo da tre (ex) funzionari degli Esteri antitrumpiani. Ora fa affidamento sulla testimonianza di John Bolton, l’avvocato che ha lavorato per Reagan e i Bush, sempre per periodi brevi, presto allontanato, e per alcuni mesi con Trump, consulente per la National Security. Ma Bolton è un vero “Trump”: lui vorrebbe la guerra a tutti, a cominciare dall’Iran, è stato allontanato per questo.
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