martedì 7 gennaio 2020

Secondi pensieri - 406


zeulig

Cristianesimo – Galli della Loggia, in parziale dissenso da Aldo Schiavone, “Eguaglianza”, per “la sottovalutazione del ruolo del Cristianesimo”, così lo sintetizza, sul “Corriere della sera” oggi: “Per la verità il Cristianesimo, a me sembra, fu ben altro che una singolare «teologia dell’eguaglianza» o un’ideologia politica mancata. Fu un’autentica «rivoluzione della coscienza morale» (Croce) che fin dall’inizio, tanto per dirne qualcuna, valse come mai era accaduto prima a condizionare e limitare il potere politico detentore della forza, a sovvertire per sempre il rapporto tra l’«alto» e il «basso» della società, tra uomo e donna, a legittimare la figura dei poveri e dei loro diritti: il tutto in una misura destinata a segnare per sempre le società europee nel loro intero sviluppo. Avrebbe mai potuto esserci addirittura anche l’Illuminismo, per esempio, senza il retroterra culturale cristiano?

È con l’Illuminismo, per l’appunto, che inizia il vero incontro tra la democrazia e l’eguaglianza…”
Da qualche tempo difendono il cristianesimo, la memoria del cristianesimo, non cristiani: buddisti, cinesi (confuciani?), islamici, ebrei - come già Hannah Arendt. Mentre è marginalizzato, quando non negato, in Europa, da nativi cristiani. Non tutti o non necessariamente “laici”, cioè massoni, come fu nella costituente europea di Giscard d’Estaing e Giuliano Amato, poi fallita. In tutte le sue confessioni, cattolica e protestanti. Si è imposto nell’ultimo mezzo secolo, come se il Concilio Vaticano II avesse imposto un’autocoscienza irredimibile, senza psicoterapeuta, a tutto il cristianesimo, una serie di autocritiche. Che non lo hanno redento e sembrano averlo abbattuto, nei termini che sul piano individuale si dicono di inadeguatezza e irresolvibilità.

Latino - “La questione della religio non si confonde semplicemente, se si può dire, con la questione del latino?”, argomentava Derrida nel 1999 nel seminario a Capri sulla religione, nel suo saggio “Fede e sapere”. Dopo aver rilevato che “il mondo oggi parla latino (più spesso attraverso l’anglo-americano)”.
Lo ha rilevato in fatto di religione, parola e concetto tutto latino, ma poi degli altri linguaggi fondamentali, giuridico, filosofico e anche scientifico e “ciberspaziale”, tutti legati originariamente alla religio.
Lo ha rilevato quando già l’Europa e la stessa cristianità romana ha da tempo e con costanza rinunciato all’eredità latina.

Marcuse – Si faceva parlare nel Sessantotto al modo di Marx, che è il suo opposto. Lui non si rifiutava, gli piaceva capeggiare il “movimento”, ma era nervoso.

Opinione pubblica – Si azzera e svanisce nell’era della mediantropia, dell’uomo mediatico. Che invece avrebbe dovuto essere il suo avvento, una sorta di incoronazione. Perché è mediazione – riflessione, critica, spiegazione (messa in prospettiva) – e non informazione. Approfondimento e non diffusione. Meglio: diffusione in un quadro critico.
La guerra perduta in Vietnam per la sua attualizzazione giorno per giorno è perduta all’interno prima che al fronte, per la critica e l’opposizione che solleva. Il moto emotivo che solleva Grillo - come poi Farage e Zelenskij, i comici al potere, e in larga misura Salvini – è l’effetto di un medianismo, o utilizzo dei madia, non riflesso, volutamente apodittico: semplice (semplicistico) e superficiale. Lo stesso, a un livello appena più riflesso, l’ideologia del mercato. Che vede il singolo o individuo (utente, consumatore, elettore) suddito più che mai, di attitudini, convinzioni, comportamenti, interessi che lo asserviscono invece di liberarlo, e perfino ne riducono (tagliano, comprimono, precarizzano) il tenore di vita – i livelli di reddito e l’uso del tempo. Avviluppandolo  (restringendolo) sempre più.

Preluce - L’alba, la preluce, non è un fatto di luce, di nero che traluce (barbaglia), ma di silenzio che viene crescendo, s’intensifica, per l’attesa del suono, del rumore, della vita che riprende. È ìl momento che il silenzio parla, dilaga. Si riesce a sentire. Si può compiacersene.
Si avverte in altura, ma anche in riva al mare, su un lago, in alpeggio, su un prato che il bosco oscuro delimita. attorno al laghetto (E-S): “A un certo momento, prima che il sole esca all’orizzonte, c’è un fremito. Non è l’aria che si mossa, è un qualcosa che fa fremere l’erba, che fa fremere le fronde se ci sono alberi intorno, l’aria stessa, ed è un brivido che percorre anche la tua pelle. E per conto mio è il brivido della creazione che il sole ci porta ogni mattina” - Mario Rigoni Stern (“Ritratti. Mario Rgoni Stern”, di Carlo Mazzacurati e Marco Paoloni).
Si può parare col silenzio? Si direbbe di no. Ma per immedesimazione sì: il silenzio è la lingua del mondo, pieno del suo pulsare, benché segreto. Scherza, sorride, ammiccante. Riflessivo sempre ma espansivo.  Da qui l’impressione che il nero si apra, si assottigli, si illumini.

È l’ora quando “un chiarore percorre la note”, lieve, secondo Apollonio (Rodio), in cui nacque Apollo, che non porta gioia ma inquietudine – che era bello forse, o bello si voleva, ma irrequieto - è l’“Iliade” che Omero gli dedica, subito facendolo untore di peste.

Ragione – “La ragione è sempre ragionevole” è argomento d’esordio di padre Brown. Inoppugnabile.

Rivoluzione - Gillo Pontecorvo lo sapeva, vecchio militante del Partito, che fa dire al capo rivoluzionario di “Queimada”, 1969: “È meglio sapere dove andare e non sapere come, che sapere come andare senza sapere dove”. Ribellarsi bisogna. Ma questo è solo il come.

Stelle - Per le tribù dell’Arizona la vita si è complicata per la mancanza di ordine tra le stelle. Mentre la Prima Donna  incastonava le gemme nell’oscurità della notte, e scriveva le leggi morali, il Coyote perse la pazienza e rovesciò le stelle fuori dal vaso in cui lei li teneva, spargendole nel firmamento.

Storia - “La storia è la scienza dell’infelicità degli uomini” – Raymond Queneau, “Una storia modello”.
Era il piumaggio cangiante del pavone in Scoto Eriugena. È messa in scena strana e costosa per Mario Luzi. È una fantasista tra le più gaie per l’autore delle Demi-vierges - le vergini, per il resto, rotte a tutto. Le opinioni sono divise. Maschia però per Luciano, un atleta robusto e duro come un alce. Oppure no, è adattabile e ha struttura cartilaginosa: non è, ma non si può dire che non sia. E consola ruffiana. Per alcuni è un vulcano.

Suicidio - Si suicidavano i soldati di Hitler a Roma e a Firenze dopo il 1943.

Il padre di Ottone Rosai si calò sott’acqua nell’Arno, e si legò a un albero radicato nel letto del fiume – il repertorio è anche qui interminabile. Il marchese portoghese di Paîva nel 1872, a Parigi, sparandosi un colpo in bocca al ristorante La Maison d’Or, uno dei più costosi della città, dove aveva convitato gli amici, per sfuggire l’ex moglie Thérèse, non bella insolente cortigiana
Nerone, l’imperatore cantautore, dopo aver imposto il suicidio a Seneca, suo maestro, accusandolo di cospirazione, si dovette uccidere per non cadere nelle mani dei tanti complotta tori: aveva trentun anni e aveva dominato il mondo per sedici - è difficile resistere al complotto.

zeulig@antiit.eu

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