domenica 2 febbraio 2020

Giustizia senza fondo

Sembra non toccare il fondo lo squallore con cui la giustizia si segnala. Dei giudici in particolare nel sistema giudiziario. Che si litigano ormai da una anno le cariche di Procuratore capo a Roma e in altre città. Mentre a Roma metà delle cause sono a rischio prescrizione – il 48 per cento… Gli avvocati di Milano se ne sono fatti beffe, ma nemmeno questo ai giudici interessa. Anche perché i giudici sono coperti dai media - dai cronisti giudiziari, altra bella banda. Mentre un ministro della Giustizia, che è pure giudice, vuole il processo a vita. E a chi osa fare appello raddoppia le pene.
Per il ministro è peggio: non lo sa. Dice scemenze, ma non sa di dirle – o almeno non mostra: sembra un bambino quando le dice, benché più ignaro che malizioso. Ma non è questo il punto. Bonafede non è il solo, o il Csm: le idiozie si moltiplicano.
Per esempio, avevamo la peste e non lo sapevamo. Attraverso il cellulare, che provoca il cancro. Figurarsi, siamo tutti appestati. Gli scienziati non lo dicono perché sono pagati dall’industria dei cellulari. Mentre l’Istituto Superiore di Sanità, che non è corrotto, è composto da somari. Questo lo afferma il giudice torinese Luca Fadda e lo confermano in Corte d’Appello le giudici Rita Mancso, Caterina Baisi e Silvia Casarino – su expertise di consulenti di rango: Carolina Marino, dottoressa di famiglia, attiva su Instagram, e Angelo D’Errico, medico dirigente I livello presso il servizio Epidemiologia della Asl Torino3.  Sulla scia di quelli che, con consulenze pagate, avallarono il “metodo Di Bella”, dell’acqua fresca contro i tumori. O il trattamento con le staminali. Che anchpesse non fanno male, ma anch’esse non curano niente. Peggio i giudici di Lecce, quelli che cinque anni fa stabilirono – con consulenti pagati? - che la xylella, la malattia dell’ulivo, era stata diffusa dagli scienziati di Bari, in combutta con i tecnocrati di Bruxelles.

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