venerdì 7 febbraio 2020

La Cina è già prima – Italia nona, con l’Olanda

Il valore aggiunto di un ipotetico pil mondiale è per quasi un terzo cinese – il 28,5 per cento nel 2018. Gli Stati Uniti, al secondo posto, vengono molto dietro, col 17,2. La “catene di valore” con cui gli Stati Uniti hanno alimentato la globalizzazione, da Tienanmen in poi, trent’anni fa, hanno favorito la Cina molto più che gli stessi Stati Uniti.
Cina prima, primissima, anche per le esportazioni , col 15,1 per cento (il dato è ancora nel 2017, ma la percentuale è rimasta stabile, malgrado la lieve riduzione dell’export cinese per le tariffe imposte da Trump all’ingresso negli Usa, essendosi ridotto anche l’export americano). Anche di beni e servizi qualificati, avendo fatto meglio tesoro delle “catene di valore”.  Seguiva (la tendenza non è cambiata nel 2018-2019, malgrado il principio di debolezza dell’export tedesco) la Germania, col 9,4 degli scambi mondiali – terzi gli Stati Uniti, con l’8,1. Seguiti da Giappone, Corea de Sud e Hong Kong, attorno al 4.
L’Italia viene in nona posizione, col 3,2 degli scambi, dopo la Francia, 3,4. Alla pari con l’Olanda.

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