lunedì 10 febbraio 2020

L’affare Moro come non l’avreste mai immaginato

Quasi un pastiche del complottismo. O una satira. In copertina la foto di due musoni, Kissinger e Moro, che invece ridono divertiti, incontrandosi a Fiumicino ai primi di luglio del 1974, in mezzo l’interprete che si sganascia, si vede che i due erano anche spiritosi. E il ricordo monta di Moro unico Dc di cui Washington si fidava, dai tempi della guerra del Vietnam, quando il suo sostegno da presidente del consiglio fu incondizonato - a differenza di Fanfani, e di Andreotti. Una storia insomma alla “Ocean’s Eleven”, uno si aspetta sempre che il regista, l’autore, gli autori, gli attori facciano cucù. Dopo sgambate, elicotteri, limousines, e cambi vertiginosi di covo. Ma non avviene.
Oppure un fantasy. Ci sono infatti delle alternative: il Vaticano ha parecchie case al mare vicino a Roma, di cura e non, dove tenere Moro. La storia si potrebbe leggere allora come un fantasy, con le sliding doors: a ogni snodo uno fa una scelta, vai di qua o vai di là?, e di scelta in scelta si monta la sua propria storia. Ma non avviene. A settembre dello stesso 1974, dice la vedova, Moro era andato a Washington al seguito del presidente Leone, e Kissinger o chi per lui gli disse: “Si regoli, con questa sua fregola di portare al governo tutte le forze sane del paese, o la pagherà cara”.
Moro, insomma, questa la storia, come Allende, cinque anni dopo – anche se senza più Kissinger (gli italiani sono pigri in politica estera, sanno e si curano di poco - chi è il segretario di Stato in America? Kissinger). Spazzato via dalla Cia. Con la complicità del Vaticano. Subalterni “collaboranti” i “principali partiti politici (Dc, Pci, PSI). Le Br c’entrano, ma come manovalanza.
Grande idea di complotto: della Cia e del Vaticano uniti nella lotta, con il Sifar, o come allora si chiamava, di complemento. E un serqua di manovali del crimine brigatisti da tenere a bada. Non si può dire che Faremondo, collettivo bolognese di cui Montagna e Soldani sono fondatori, non faccia onore al nome – non potendo scoprire altri continenti, Bologna non ha il mare. Ma, stranamente, non c’è Andreotti, che era il vero anti-Moro. Manca anche il Pci, che volle Moro morto. Si prepara un remake? Grande idea, quella del Pci governato dalla Cia, e dal Vaticano.
Se il sequel ci sarà, un altro particolare può venire utile: i servizi segreti italiani erano controllati da Moro, attraverso Miceli, e poi con l’ammiraglio Casardi. È vero che il sequestro avvenne tra lo scioglimento del Sid ex Sifar di Miceli e Casardi e la costituzione di uno nuovo, il Sisde, con un generale andreottiano a capo, il romanissimo generale Grassini. Insomma, non è da escludere un autorapimento, alla Sindona. Aspettiamo e vediamo.
Molte pagine ma con molti bianchi, e comunque si legge presto, come il giornale – domani è un altro giorno. Ma basta il sottotitolo, “Cabina di regia USA, Vaticano e apparati di Stato dietro l’affare Moro”.
Emanuele Montagna-Franco Soldani, Lei la pagherà cara, Pendragon, pp. 380, ill. €20

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