Calvino del resto ne trovava traccia
nelle interiezioni dei fumetti americani, “modellate su quelle dei negri”. Opinabile,
nell’Africa di allora come in quella di ora – forse tra gli afro-americani, che
però non sono Africa. E nelle “favole di Uncle Rems, introdotte nel folklore
nordamericano dai negri, e di cui il ciclo disneyano di Mickey Mouse non è che
una tarda progenie”. Sarà, ma l’Africa non ci si ritrova.
Il curatore Radin fa molta metodologia
folklorica, che poco o nulla tiene conto del contesto africano. Sul presupposto
che “tutti i popoli sono ugualmente dotati d’immaginazione mitopoietica”, e in
tutti i popoli operano “individui artisticamente dotati”. Unica specificità è
che “la letteratura popolare dell’Africa indigena costituisce un’unica entità”
– per l’Africa al di sotto del Sahara, va precisato. A dispetto della
frantumazione etnica e linguistica. Per intrecci. Espedienti letterari: “Per
esempio, la funzione dei canti nel contesto prosastico, la frequenza dei finali
moralistici, la riconoscibile prevalenza delle spiegazioni eziologiche”. Per “il
crudo realismo” anche, e insieme “l’alto grado di consapevole artificio”. E per
il geocentrismo: niente divinità se non scese in terra - “è raro trovare una
rappresentazione dove l’uomo appaia ancorato in questo mondo in modo più totale
e indissolubile, vincolato alla terra in modo più ossessivo”.
Una anamnesi ancora nell’ottica della
scoperta dell’Africa, da fare, di un altro mondo. Da compatire certo, vecchio
missionarismo coloniale, naturalmente buono, ma perché non partire alla
scoperta del continente, senza pregiudizi, neanche di bontà? L’Africa attende
ancora di essere scoperta.
Niente di meglio, è pure da dire, è
venuto dall’Africa dopo le indipendenze, mezzo secolo fa. Prima gli africani
studiavano, anche il folklore, seppure nelle università europee. Poi si è
smesso.
Restano i racconti, vivaci, per una
lettura non compassionevole. Di suspense (sorpresa), di moralités o sapienziali, specie degli animali, di furberia, di violenza.
Propp non si sarebbe scandalizzato: niente di diverso o scandaloso. Anche i
temi non sono speciali: l’innocenza perseguitata, l’incoscienza giovanile, di
ragazzi e di ragazze, la lotta per il premio, l’ingiustizia (la forza). L’Africa
non è diversa.
Paul Radin (a cura di), Fiabe africane
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