sabato 22 febbraio 2020

L’eros nella rete

Un’altra vittima del “proibizionismo licenzioso” che si è instaurato nel Millennio, col porno libero a cascata e il proibizionismo femminista-lgbtq. Il contenzioso – le storie d’amore – lasciando agli avvocati. Storie di ieri e già fuori corso, l’erotismo e la fantasia erotica - niente più fantasie, niente più eros: se proprio è necessario, un colpo e via.
Anche Manara sembra soffrirne. Il tratto è lo stesso, leggero, le fantasie eccessive, anche estreme. Come un vaffa al genere.
Tre storie. La prima, “Rivoluzione”, doppiamente classica. La rivoluzione per la poltrona – per cambiare sedere sulla poltrona. Un’avventura al termine della quale la pasionaria, la “donnina” manariana scosciata, mentre i compagni si trasformano in baffute presenze carrieristiche nella sempiterna tv, lascia uno spiraglio alla speranza: la tv si può spegnere e fare altro, anche leggere i fumetti. Una storia tradizionale.
La seconda, “Tre ragazze nella rete”, anch’essa del 2000,  è invece visionaria, anticipando il tempo dei social e della realtà fake. Con la critica, già ventanni fa: chi tir le fila, le ragazze in rete o lo sponsor di cui sono testimonial e merce? Ma ha bisogno del sesso estremo, della violenza – per ridere, ma anche no, per soffrire.
Una storia sul genere del noir, con omicidio, occultamento, e sorpresa finale. Profetica, ma basata sulla rivisitazione delle nozioni ormai remote sull’eros e il pudore: esibirsi in video è un modo “pulito” di prostituirsi o un modo nuovo di vivere la sessualità? La risposta non è difficile – la storia è in realtà di un lesbismo furioso (altre tavole fuori testo in materia accompagnano la pubblicazione), e di voyeurismo al quadrato, di voyeurismo anche nel soggetto, oltre che nella lettura-visione.
La terza storia, “Chris Lean”, 1977, su testi di Raffaele D’Argenzio, per il “Corier Boy”, successore  del “Corriere dei piccoli”, è l’evocazione di un tempo ormai arcaico delle strisce, un fumetto mezzo western, con facce e modi riconoscibili dal cinema. È il debutto di Manara: l’anno dopo scriverà e disegnerà il suo “H.P. e Giuseppe Bergman”, il primo della serie, la prima striscia tutta Manara. Milo Manara, Potere alla tv, Panini, pp. 144, ll. € 11

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