lunedì 10 febbraio 2020

Merkel al capolinea

La ricerca è febbrile nella Cdu, la democrazia cristiana tedesca, di un presidente del partito che sia un’alternativa anche immediata a Angela Merkel. Se necessario azionando la crisi di governo – la Cdu-Csu, l’alleanza con i cristiano sociali bavaresi, governa a Berlino con i socialdemocratici. Un’alternativa da destra.
La crisi in Turingia, dove la Cdu locale aveva imbarcato al governo la destra Afd, scelta sconfessata da Angela Merkel, ha posto subito il problema che divide il partito, e la coalizione con la Csu, da alcuni anni. Da quando l’Afd, partito di destra costituzionale, è cresciuto, a spese della Cdu e della Csu. Partiti la cui funzione politica nella storia ormai lunga della Repubblica Federale è sempre stata di recuperare e ammortizzare le derive a destra dell’elettorato.
Trent’anni fa (meno dieci mesi) Angela Merkel liquidava secca il suo padrino politico Helmut Kohl, sulla base della “questione morale”. Ora si cerca un’alternativa a Merkel da destra. Altrettanto secca: la preoccupazione, quasi la rabbia, nel suo partito è forte.
Le dimissioni della presidente del partito Kramp-Karranbauer, successora designata alla Merkel dalla stessa Merkel, è un primo passo. L’obiettivo è la cancelliera.
Angela Merkel aveva appena steso col “Financial Times” il 15 gennaio in forma di colloquio (reperibile sul sito del giornale e su quello della cancelleria) un bilancio sereno dei suoi governi. Specie in chiave economica e internazionale. Ma la sua immagine si identifica con posizioni di sinistra. Da ultimo, 2015-2016, sulla questione degli immigrati, percepita in Germania come in Italia, come una minaccia. E più in generale, sul diritto di famiglia, sulla questione energetica (carbone e nucleare), sullo scarso ruolo internazionale.

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