“Di
Maio? Vendeva bibite e ora fa il ministro”. Lo dice Ilona Staller, (ex) pornoattrice,
e quindi non ha titolo. Ma perché lo dice solo lei?
Si
arresta cinematograficamente Salvatore Nicitra, il “quinto re di Roma”, “da
trentanni il boss riconosciuto delle slot
machines”, dopo essere stato a capo del mercato della droga a Roma Nord,
complice della banda della Magliana. Ma è un titolo di merito, arrestarlo, Nicitra
con ben 37 scagnozzi, dopo trentanni?
“È
la figura più detestata dai populisti”, spiega Lerner di Soros su “la
Repubblica” elogiandone il libro di autoelogio, “Democrazia! Elogio della
società aperta”: “Il ricco che sposa ideali progressisti anche quando entrano
in contrasto con i suoi interessi”. Ma Soros è in piena attività con i suoi
fondi, che non possono essere progressisti.
“Tutte
le catene produttive”, o “di valore”, “fanno capo alla Cina” - Stefano
Manzocchi, capo Centro Studi Confindustria. La scoperta dell’Africa, la quale
era stata scoperta prima di Gesù Cristo. Tutti i progetti di produzione globale
e d’innovazione fanno capo alla Cina. Questa la verità della globalizzazione.
Ignota ai più, e non si sa perché.
La
Cina è leader dell’economia mondiale grazie alla capacità di programmare indefettibilmente
per un mercato di 1,3 miliardi di persone, e all’infusione di capitale pubblico
attraverso le aziende di Stato e la banca centrale (modulazione del tasso di
cambio, politica creditizia). Cioè grazie al regime monolitico. Il mondo dipende
da un miracolo cinese che è legato
strettamente a – dipende da – un regime politico dittatoriale.
La
Cina sta lì, enorme, e non si nasconde: un regime dittatoriale, i furti di
tecnologia, il capitalismo di Stato, senza interessi e esentasse. Ma si fa come
se fosse bella-brava-e-buona.
“Detrazioni
sull’idraulico, così si combatte l’evasione”: la Cgil scopre dopo un secolo con
Landini che l’evasione siamo tutti noi, per i servizi, più che i ricchi. Ma l’Iva
sui servizi , al 22 o 23 per cento, non è un furto?
“Irpef italiana da primato”, titola “Il Sole 24 Ore”
una sua ricerca: “In Italia un dipendente con due figli e 35 mila euro di
reddito paga circa 6 mila euro, in Francia zero e in Germania arriva a quota
1.150”. Poi dice che l’Italia non fa
figli. Poi dice che l’Italia non funziona.
Come
il lontano predecessore Zeman, un altro che le perdeva tutte, l’allenatore della
Roma Fonseca ha scoperto che a Roma conviene dare la colpa agli altri delle
sconfitte a ripetizione: “La linea degli arbitri non è sempre la stessa” –
sottinteso, naturalmente, “favoriscono la Juventus”, “ci danno troppi
cartellini”, “non ci danno i rigori. Prima di perdere l’ennesima in casa, col
Bologna.
Gli
arbitri allungano la vita agli allenatori.
Si
celebrano a Saremo le “cover”, i vecchi successi. Belli, e tutti famosi,
molto, giustamente, ma tutti o quasi lontani dalla vittoria nelle gare
sanremesi cui hanno partecipato – qualcuna perfino bocciata. Come a dire: non
prendeteci sul serio.
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