sabato 7 marzo 2020

Il mondo globalizzato distrutto dal virus

Uscito dopo la “mucca pazza” e poco prima della Sars, nel 2000, riproposto nel 2013, dopo l’H1n1  “suina”, e per i cento anni della prima pubblicazione, nonché nell’anno in cui la catastrofe si presume avvenuta, pronto ora Adelphi lo ripropone col coronavirus. Il sogno apocalittico di Jack London, un socialista disperato dal “mercato” di allora, 1912.
Un vecchio barbone e un giovane cacciatore si aggirano in un mondol da day after tra ferri arrugginiti, erbacce invadenti, terreni scivolosi. Vestiti di pelli, per arma l’arco. Siamo nel 2073, quindi abbiamo ancora cinquant’anni di tempo, ma la catastrofe è già avvenuta, nel 2013. In un mondo globalizzato, che un Consiglio dei Magnati dell’Industria controlla. Un “morbo rosso” ha eliminato gran parte della popolazione e ha riportato la terra alla mera sussistenza. Non un’apocalisse, poiché resiste la memoria. Un nonno, vecchio professre di Berkeley, racconta cosa è successo e perché. La Natura matrattata si è vendicata e ha preso il sopravvento.
Un apologo morale. Di un socialismo un po’ confuso: i nuovi barbari che hanno preso il sopravvento nel mondo e lo tengono all’età della pietra sono i lavoratori occidentali: brutalizzati, si sono imbelviti.
In originale è leggibile online, anche illustrato.
Jack London, La peste scarlatta, Adelphi, pp. 94 € 9

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