mercoledì 18 marzo 2020

Il partito cinese

C’è in Italia il partito pro Huawei, forte al limite del ridicolo. Lo rappresenta Di Maio, che si crede gemello di Xi Jinping, ed è tutto dire. E c’è in Europa il partito anti Huawei. In Germania e in Gran Bretagna, dove sanno cosa è in gioco. E a Bruxelles con Ursula von der Leyen.
Di Maio, che è ministro degli Esteri, così facendo si mette in collisione con gli Stati Uniti – con Trump e senza Trump. Che contro la leadership economica cinese, nel 5G ma non solo, hanno avviato e faranno una guerra a oltranza. Guerra che Pechino non contrasta, sapendo di essere la parte debole, e\o in torto. L’accordo commerciale infine firmato con gli Usa alla vigilia della pandemia, nei termini voluti da Washington, passato sotto silenzio nel quadro dell’anti-trumpismo, è il riconoscimento di questa dipendenza di Pechino. I fiancheggiatori si troveranno spiazzati.

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