Al tempo di
Elizabeth Anscombe questo chiaro problema ancora non si poneva. Ma altri sì. “Nel 1939, allo scoppio della guerra, il
presidente degli Stati Uniti chiese impegni ai belligeranti che le popolazioni
civili non sarebbero state attaccate. Nel 1945, quando il nemico giapponese gli
risultava aver fatto due tentativi di pace negoziata, il presidente degli Stati
Uniti diede l’ordine di sganciare una bomba atomica su una città giapponese”. E
“tre giorni dopo una seconda bomba, di un tipo diverso, su un’altra città”. Il
bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki come un’esercitazione di
materiali dal vivo, fredda, cinica.
Elizabeth
Anscombe, la filosofa allieva di Wittgenstein a Cambridge, pubblicò questa lettera aperta nel 1957 contro i colleghi del Senato
accademico di Oxford che premiavano con una laurea l’ex presidente americano
Truman, quello della Bomba. Dilungandosi sulla procedura. E sulla filosofia
morale espressa da Oxford nella prima metà del Novecento. Che, spiega, arriva a
concedere ogni male. Sia per il “motivo del dovere”, che ha “valore supremo”.
Per cui Himmler sarebbe stato giustificato nei suoi sforzi per eliminare gli
ebrei dalla terra. Sia per una concezione del bene “non «descrittiva», ma
espressiva di un atteggiamento favorevole da parte dell’agente”. Come dire che
non si possono avere regole generali, che ognuno si regola da sé, e anche il
male può fare del bene.
Anscombe si
deve inoltre difendere dall’accusa di pacifismo. Una cosa insoma molto
oxoniana. Ma l’impianto è di contestazione dell’uso della Bomba, in sette
punti. Nella più generale contestazione dei due criteri base della guerra. La
mobilitazione totale, che implica che gli obiettivi sono indiscriminati, bambini e vecchi compresi. E la resa incondizionata. La condanna è semplice:
“Scegliere di uccidere gli innocenti come mezzo ai fini di qualcuno è un
delitto”. Specie nei casi di Hiroshima e
Nagasaki, non implicate nello sforzo bellico: “Nel bombardamento di queste
città certamente si decise di uccidere gli innocenti come mezzo per un fine. E
in gran numero, tutti insieme, senza preavviso, senza possibilità di fuga o di
rifugio”.
Ampia
materia per la revisione della storia della guerra, nel Novecento e dopo. A
proposito della guerra aerea, poco onorevole e forse di necessità
indiscriminata. E della Bomba.
Il rischio
nucleare è da tempo dimenticato. È il più impensabile: la Bomba - la concezione
della Bomba, la sua costruzione, il suo impiego – ha reso possibile la
distruzione dell’umanità. Non è successo, e non se ne prevede l’uso, ma non si
può escludere. È uno dei “rischi della modernità”, della razionalità a basso voltaggio,
e il più grave. Dimenticato nella passione attuale per l’ecologia, la protezione
dell’ambiente. Ma una minaccia attiva, e ben più radicale e efficace
dell’inquinamento.
G.E.M.
Anscombe, Mr Truman Degree, free online
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