mercoledì 11 marzo 2020

La Bomba ha reso possibile la distruzione dell’umanità

Una commissione scientifica fu creata tre decenni fa dal Congresso americano per elaborare un linguaggio o dei simboli per un sistema di allarme che fra diecimila anni metta in guardia i viventi dai depositi di scorie nucleari. La commissione fu composta con i migliori specialisti: fisici, neurologi, antropologi, linguisti, psicologi, biologi molecolari, antichisti, artisti…. E non seppe che dire, diecimila anni sono un orizzonte imprevedibile – ci saranno gli Stati Uniti, l’inglese, i segni grafici? L’unica certezza è che le scorie nucleari sono attive per diecimila e più anni – senza contare l’armamento atomico ancora attivo, non decommissioned, non ancora dismesso.
Al tempo di Elizabeth Anscombe questo chiaro problema ancora non si poneva. Ma altri sì.  “Nel 1939, allo scoppio della guerra, il presidente degli Stati Uniti chiese impegni ai belligeranti che le popolazioni civili non sarebbero state attaccate. Nel 1945, quando il nemico giapponese gli risultava aver fatto due tentativi di pace negoziata, il presidente degli Stati Uniti diede l’ordine di sganciare una bomba atomica su una città giapponese”. E “tre giorni dopo una seconda bomba, di un tipo diverso, su un’altra città”. Il bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki come un’esercitazione di materiali dal vivo, fredda, cinica.
Elizabeth Anscombe, la filosofa allieva di Wittgenstein a Cambridge, pubblicò questa lettera aperta nel 1957 contro i colleghi del Senato accademico di Oxford che premiavano con una laurea l’ex presidente americano Truman, quello della Bomba. Dilungandosi sulla procedura. E sulla filosofia morale espressa da Oxford nella prima metà del Novecento. Che, spiega, arriva a concedere ogni male. Sia per il “motivo del dovere”, che ha “valore supremo”. Per cui Himmler sarebbe stato giustificato nei suoi sforzi per eliminare gli ebrei dalla terra. Sia per una concezione del bene “non «descrittiva», ma espressiva di un atteggiamento favorevole da parte dell’agente”. Come dire che non si possono avere regole generali, che ognuno si regola da sé, e anche il male può fare del bene.
Anscombe si deve inoltre difendere dall’accusa di pacifismo. Una cosa insoma molto oxoniana. Ma l’impianto è di contestazione dell’uso della Bomba, in sette punti. Nella più generale contestazione dei due criteri base della guerra. La mobilitazione totale, che implica che gli obiettivi sono indiscriminati, bambini e vecchi compresi. E la resa incondizionata. La condanna è semplice: “Scegliere di uccidere gli innocenti come mezzo ai fini di qualcuno è un delitto”.  Specie nei casi di Hiroshima e Nagasaki, non implicate nello sforzo bellico: “Nel bombardamento di queste città certamente si decise di uccidere gli innocenti come mezzo per un fine. E in gran numero, tutti insieme, senza preavviso, senza possibilità di fuga o di rifugio”.
Ampia materia per la revisione della storia della guerra, nel Novecento e dopo. A proposito della guerra aerea, poco onorevole e forse di necessità indiscriminata. E della Bomba.
Il rischio nucleare è da tempo dimenticato. È il più impensabile: la Bomba - la concezione della Bomba, la sua costruzione, il suo impiego – ha reso possibile la distruzione dell’umanità. Non è successo, e non se ne prevede l’uso, ma non si può escludere. È uno dei “rischi della modernità”, della razionalità a basso voltaggio, e il più grave. Dimenticato nella passione attuale per l’ecologia, la protezione dell’ambiente. Ma una minaccia attiva, e ben più radicale e efficace dell’inquinamento.
G.E.M. Anscombe, Mr Truman Degree, free online

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