Merkel, curiosamente molto popolare in Italia mentre non lo è in Germania, dove è nota come quella del “troppo poco troppo tardi”, con Goethe ha fatto arretrare l’Europa in questi dodici anni post-crisi 2007 di molte posizioni nell’economia e nella ricchezza mondiali, unica grande area economica al limite della stagnazione mentre Cina e Stati Uniti hanno ripreso quasi subito a galoppare. Senza colpa di Goethe, che anzi fuori della Germania si divertiva, non ne era annoiato.
Ma tutto era
stato detto da Alberto Savinio, lo scrittore. Che nel suo tono semiserio la
Germania dice non “collaborativa”, e anti-europea - alla voce “Germanesimo”
della sua “Nuova Enciclopedia”. Ragionando sulla “guerra che da venti secoli
gli europei combattono contro il germanesimo”. Che, insiste, “non è se non la
fatica ininterrotta che gli europei sono costretti a fare per riaccendere la
luce che i tedeschi tentano ogni volta di spegnere”. Evocando la lotta di Indra
contro Arimane, Savinio sospetta che “Arimane non muore, solo cambia nome e ora
si chiama Attila, ora Alarico, ora Barbarossa, ora Guglielmo II, ora Hitler. Ed
è sempre di razza tedesca” – “arianismo”, opina, come “arimanismo”?
“Germanesimo” è
la voce più lunga della “Enciclopedia” di Savinio, è anzi doppia - la seconda è
in realtà un excursus su Mussolini e i complessi del fascismo. Savinio non era
antitedesco, la sua prima emigrazione “in Europa” dalla Grecia è stata in
Germania. Della Germania dà però peculiare inquadratura: come di una forza, al
centro dell’Europa, antieuropea.
I nemici
dell’Europa, sostiene lo scrittore, sono le chiese – teosofia e massoneria
incluse, “qualunque istituzione (che) ha
il fine di imporre l’idea di dio”. Ma, aggiunge, “l’europeismo ha in Europa un
nemico più forte delle chiese, il germanesimo. Il popolo tedesco è in mezzo
all’Europa un popolo non europeo.
L’«Asia dell’Europa» è per Michelet la Germania”. Che Savinio assimila alle
“antiche civiltà orientali come l’assira, la babilonese, l’egizia”. Di cui ha
spiegato che “erano civiltà chiuse in sé e di carattere divino (teocratico)”.
Civiltà che “potevano insegnare – l’Egitto
infatti insegnò alla Grecia – ma non potevano collaborare”. L’opposto del’europeismo: “L’europeismo invece è una
forma di civiltà collaborativa.
Questa è la sua qualità fondamentale”.
Il germanesimo?
“La civiltà tedesca non fonde i caratteri del germanesimo nel comune crogiolo in
cui si fondono gli elementi che tutti assieme compongono l’europeismo: è una
civiltà essenzialmente teocratica”, etc.
Di una religione nazionale: non che “il germanesimo sia dominato
dall’idea di un dio. Dio, nelle civiltà teocratiche, non è condizione sine qua non. Si dice Dio per intendere
una idea centrale e assoluta. Il dio della teocrazia germanica è la Germania
stessa: è il ‘mito tedesco’”.
L’affinità della
Germania con le antiche civiltà “teocratiche” Savinio dice testimoniata “da
esempi spaventevoli”. Uno, “il più spaventoso e ‘probante’”, è la deportazione
di interi popoli: “Le deportazioni di
popoli praticate dalla Germania nel secolo XX” nessun altro “aveva nonché osato
neppure pensato di praticare dopo la fine di Babilonia, di Ninive, di Memfi”.
Un altro è la guerra all’Europa, “i ripetuti tentativi della Germania di colonizzare l’Europa: mentre altri popoli colonizzatori,
Inghilterra per prima, colonizzano ‘fuori dell’Europa’”. Un’“altra prova è
questa”, aggiunge, “che il popolo germanico è il solo grande popolo dell’Europa
che non è mai intervenuto né con le armi né in altro modo a favore della
indipendenza di un altro popolo europeo o comunque per il suo bene”. E
conclude: “La Germania non solo è una nazione non europea in mezzo all’Europa,
ma è la nemica dell’Europa, la nemica dell’europeismo”.
In precedenza ha
fatto i pesi: “Il germanesimo può insegnare agli altri popoli europei, può
arricchire il comune patrimonio culturale e scientifico dell’Europa con
elementi a lui appartenenti, ma non può collaborare
con gli altri popoli dell’Europa né contribuire attivamente e positivamente
alla costituzione e al progresso dell’europeismo. La Germania ha una idea europea: ma di un’Europa sua propria, di
un’Europa germanizzata, di un Europa costruita con materiali germanici e
animata da spirito germanico”. Obiezioni? “La Germania non capisce una Europa
‘europea’”.
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