giovedì 12 marzo 2020

La Germania nemica dell'E uropa

Si scandalizza Fubini sul “Corriere della sera” della sufficienza tedesca, della cancelliera Merkel, per il problema del virus in Italia.  Non ricorda la proibizione tre settimane fa di esportare in Italia materiale sanitario contro il virus. Ma ne evoca la famosa citazione da Goethe con cui la cancelliera nel 2008 mise in quarantena l’Italia: “Se tutti spazzassero di fronte alla propria porta, ogni quartiere della città sarebbe pulito”. 
Merkel, curiosamente molto popolare in Italia mentre non lo è in Germania, dove è nota come quella del “troppo poco troppo tardi”, con  Goethe ha fatto arretrare l’Europa in questi dodici anni post-crisi 2007 di molte posizioni nell’economia e nella ricchezza mondiali, unica grande area economica al limite della stagnazione mentre Cina e Stati Uniti hanno ripreso quasi subito a galoppare. Senza colpa di Goethe, che anzi fuori della Germania si divertiva, non ne era annoiato.
Ma tutto era stato detto da Alberto Savinio, lo scrittore. Che nel suo tono semiserio la Germania dice non “collaborativa”, e anti-europea - alla voce “Germanesimo” della sua “Nuova Enciclopedia”. Ragionando sulla “guerra che da venti secoli gli europei combattono contro il germanesimo”. Che, insiste, “non è se non la fatica ininterrotta che gli europei sono costretti a fare per riaccendere la luce che i tedeschi tentano ogni volta di spegnere”. Evocando la lotta di Indra contro Arimane, Savinio sospetta che “Arimane non muore, solo cambia nome e ora si chiama Attila, ora Alarico, ora Barbarossa, ora Guglielmo II, ora Hitler. Ed è sempre di razza tedesca” – “arianismo”, opina, come “arimanismo”?
“Germanesimo” è la voce più lunga della “Enciclopedia” di Savinio, è anzi doppia - la seconda è in realtà un excursus su Mussolini e i complessi del fascismo. Savinio non era antitedesco, la sua prima emigrazione “in Europa” dalla Grecia è stata in Germania. Della Germania dà però peculiare inquadratura: come di una forza, al centro dell’Europa, antieuropea.
I nemici dell’Europa, sostiene lo scrittore, sono le chiese – teosofia e massoneria incluse,  “qualunque istituzione (che) ha il fine di imporre l’idea di dio”. Ma, aggiunge, “l’europeismo ha in Europa un nemico più forte delle chiese, il germanesimo. Il popolo tedesco è in mezzo all’Europa un popolo non europeo. L’«Asia dell’Europa» è per Michelet la Germania”. Che Savinio assimila alle “antiche civiltà orientali come l’assira, la babilonese, l’egizia”. Di cui ha spiegato che “erano civiltà chiuse in sé e di carattere divino (teocratico)”. Civiltà che “potevano insegnare – l’Egitto  infatti insegnò alla Grecia – ma non potevano collaborare”. L’opposto del’europeismo: “L’europeismo invece è una forma di civiltà collaborativa. Questa è la sua qualità fondamentale”. 
Il germanesimo? “La civiltà tedesca non fonde i caratteri del germanesimo nel comune crogiolo in cui si fondono gli elementi che tutti assieme compongono l’europeismo: è una civiltà essenzialmente teocratica”, etc.  Di una religione nazionale: non che “il germanesimo sia dominato dall’idea di un dio. Dio, nelle civiltà teocratiche, non è condizione sine qua non. Si dice Dio per intendere una idea centrale e assoluta. Il dio della teocrazia germanica è la Germania stessa: è il ‘mito tedesco’”.
L’affinità della Germania con le antiche civiltà “teocratiche” Savinio dice testimoniata “da esempi spaventevoli”. Uno, “il più spaventoso e ‘probante’”, è la deportazione di interi popoli: “Le deportazioni  di popoli praticate dalla Germania nel secolo XX” nessun altro “aveva nonché osato neppure pensato di praticare dopo la fine di Babilonia, di Ninive, di Memfi”. Un altro è la guerra all’Europa, “i ripetuti tentativi della Germania di colonizzare  l’Europa: mentre altri popoli colonizzatori, Inghilterra per prima, colonizzano ‘fuori dell’Europa’”. Un’“altra prova è questa”, aggiunge, “che il popolo germanico è il solo grande popolo dell’Europa che non è mai intervenuto né con le armi né in altro modo a favore della indipendenza di un altro popolo europeo o comunque per il suo bene”. E conclude: “La Germania non solo è una nazione non europea in mezzo all’Europa, ma è la nemica dell’Europa, la nemica dell’europeismo”.
In precedenza ha fatto i pesi: “Il germanesimo può insegnare agli altri popoli europei, può arricchire il comune patrimonio culturale e scientifico dell’Europa con elementi a lui appartenenti, ma non può collaborare con gli altri popoli dell’Europa né contribuire attivamente e positivamente alla costituzione e al progresso dell’europeismo. La Germania ha una idea europea: ma di un’Europa sua propria, di un’Europa germanizzata, di un Europa costruita con materiali germanici e animata da spirito germanico”. Obiezioni? “La Germania non capisce una Europa ‘europea’”.

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