domenica 22 marzo 2020

Le epidemie non sono castighi di Dio

“Le epidemie sono state una figura comune di disordine sociale”. Così, dalla peste (la peste bubbonica) venne “pestifero”, nel senso, dice il vocabolario, di “contrario alla religione, alla morale, alla pace pubblica”. E “pestilenziale”, nel senso di “moralmente velenoso o pernicioso”: “Le cognizioni del male sono proiettate in una malattia”.
In trattamento per il cancro al seno, l’inizio di una lunga vicissitudine, Susan Sontag reagisce contro la colpevolizzazione del malato. Sia pure indiretta, attraverso le nozioni non tanto di punizione, individuale, personale, ma di colpa sociale, epocale. La tbc, il cancro, malattie insidiose, non prevenibili, e degenerative, sono associate a significati in qualche misura morali. Un’opinione sbagliata scientificamente, dice subito Sontag. E, nel linguaggio degli anni 1970, reazionaria: effetto della fantasia reazionaria di un mondo senza cancro come senza sovversivi.
Il titolo italiano, della vecchia traduzione Einaudi, 1979, “La malattia come metafora”, è traditore, come di una predica quaresimale - siamo polvere e in polvere torneremo. Il titolo, e il saggio, è sulla “malattia come metafora politica”. Che poi Sontag aggiornerà all’Aids. Qui esamina le due malattie finoa ad allora tipicamente “metaforiche”, la tbc e il cancro.
La malattia resta una metafora forte. Male, malattia, che differenza c’è – di un castigo senza colpa? Il senso morale c’è tutto. E tuttavia il discorso di Sontag filerebbe oggi, che non è più in ballo la malattia come castigo di Dio, ma come effetto della mobilità connessa alla globalizzazione. Di una non “efficientizzazione” – in Italia, per esempio, rispetto alla Corea, a Singapore, a Hong Kong, a Taiwan, o alla stessa Cina continentale, in tema di corona virus.
Curiosa, nelle “metaforizzazioni” che Sontag assume, quella della leucemia. Di cui non riscontra colpevolizzazione nella “letteratura commerciale”, perché, spiega, è una forma di cancro non tumorale, il nome la associa al bianco, colore della purezza, e non si cura con mutilazioni chirurgiche. Metaforizzazione curiosa perché, alla fine, morirà di leucemia. .  
Susan Sontag, La malattia come metafora
Disease as political metaphor, “The New York Review of Books”, 23 febbraio 1978, free online

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